INCONTRI D'AMORE
 

recensione incontri d'amore

 
Un film intelligente, moderno nella tematica, con personaggi umanissimi e che ti sembra di conoscere da sempre. Una trama accattivante che si segue con sempre maggiore interesse, interpretata da un quartetto di attori semplicemente perfetti, di una naturalezza e spontaneità da encomio. Nessun ricorso a effetti speciali, luce blu, grandangolo, carrellate. Molta semplicità ed esclusiva attenzione ai personaggi: ogni inquadratura non vuole essere una pura bella immagine, quanto (quasi alla maniera hitchcockiana) un punto di vista. Jean Marc e Arnaud Larrieu hanno presentato questa loro quarta opera a Cannes ricevendo accoglienze contrastanti (alcuni critici hanno applaudito, altri fischiato). Alla conferenza stampa i due fratelli hanno, tra l'altro, dichiarato: "Il sesso qui è un incontro di amici, una relazione di pace,  
 
serenità, un qualcosa di organico, assolutamente naturale. Dipingere o fare l'amore, quasi non fa differenza" (sarebbe stato preferibile lasciare il titolo originale, "Peindre ou faire l'amour", meglio esprimente lo spirito del film). Madeleine e William si trovano a praticare lo scambio di coppia: esperienza dapprima permeata da dubbi e perplessità, poi finalmente liberatoria. Nasce un rapporto privo di gelosie e crisi sentimentali  
in cui al centro di tutto è l'essere umano finalmente libero di vivere le proprie emozioni. Niente tradimenti, niente livore: si gode di una sensazione erotica liberatoria e nuova. Uno scambio in cui non c'è ombra di adulterio e di colpevolezza. Trasgressione ma senza delitto né morbosità: a Madeleine e William, piccoli borghesi di provincia, accade qualcosa di molto nuovo abbastanza tardi nella vita, che li riporta a una sorta di fremito adolescenziale. Malgrado ciò che sperimentano, non viene rimesso in questione nulla nel contesto del loro rapporto: sono semplicemente persone "sbocciate" che affrontano qualcosa di semplice, commovente, gioioso, innovativo. Nella vita passiamo il nostro tempo a prevedere e a organizzare, sembrano volerci dire i registi: qui, all'improvviso, ci si trova non più a prevedere ma a scoprire. In modo innocente ci si lancia nell'ignoto, senza che la scelta abbia nulla di intellettuale. Un film che parla della realtà interiore delle persone, una vera e propria esaltazione dell'innocenza e leggerezza con cui i personaggi passano all'azione, dai più ritenuta sovversiva e provocante. Un inno alla sensualità gioiosa, alla sensualità completa. Si esce dalla visione con la sensazione che, se solo lo volessimo, la vita potrebbe essere meno complicata di quello che appare.


(di Leo Pellegrini)

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