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ECCEZZZIUNALE
VERAMENTE CAPITOLO SECONDO |
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A più di vent’anni
dall’uscita
del primo capitolo,
arriva nelle sale
il sequel di una delle
pietre miliari di
genere del cosiddetto
trash-movie all’italiana,
"EcceZZZiunale
veramente: capitolo
secondo… me".
La macchina da presa,
diretta ancora una
volta da Carlo Vanzina,
torna a riprendere
i protagonisti di
un tempo, eterni adolescenti
schiavi della propria
fede calcistica, immutati
nonostante il passare
degli anni. Il risultato,
nonostante non fosse
facile ripetere le
fortune della pellicola
originale, è
più che soddisfacente:
un film comico di
levatura nazional-popolare
come non se ne vedeva
in giro da parecchio
tempo. Il ruolo del
calcio gioca in questo
senso un ruolo di
importanza culturale
molto rilevante: esso
risulta l’elemento
unificante dei diversi
episodi del film,
utilizzato sia come
metafora dell'esi- |
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stenza
che
come
cuore
degli
sfottò
che
raccontano
l’anima
del
nostro
Paese.
Il mattatore
assoluto
della
scena,
custode
dell’essenza
stessa
dell’opera,
anche
questa
volta,
è
Diego
Abatantuono,
attorno
al quale
ruotano
i tre
personaggi
principali:
Donato
(ex
capo
della
curva
del
Milan,
rientrato
in Italia
dopo
un lungo
esilio
in Spagna),
Tirzan
(tifoso
juventino
appena
risvegliatosi
dal
coma)
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Franco (interista
sfegatato
e pieno di
debiti). La
caratterizzazione
dei personaggi
operata da
Abatantuono
(e sorretta
nei diversi
momenti dalle
varie spalle,
che vengono
trascinate
nel suo linguaggio
e nelle sue
associazioni
mentali nonsense:
nel suo mondo,
potremmo dire)
è quello
da cui scaturisce
la comicità
del film e
ciò
che la rende
efficace.
Il linguaggio
utilizzato
dai protagonisti,
un linguaggio
fatto di parole
storpiate
e assomigliate,
è ciò
che più
di tutto rappresenta
il nocciolo
dell’opera
e la rende
credibile.
Agli altri
attori, sui
quali svetta
l’ottimo
Carlo Buccirosso,
in un episodio
che molto
deve ai classici
di Totò
e Peppino
De Filippo,
spetta la
parte di comprimari,
di persone
normali alle
prese con
dei personaggi
assolutamente
estranei alla
normalità.
Il film possiede
personalità
e risulta
un degno erede
dell’episodio
originale,
riuscendo
a fare ridere
di gusto,
come tutti
gli episodi
di Vacanze
di Natale
messi insieme
non erano
mai riusciti
a fare.
(di Antonio
Nasso)
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