DUE VOLTE LEI - LEMMING
 

recensione due volte lei

 
Questa perturbante ghost story a base di amore e morte, si segnala soprattutto per l’interpretazione provocatoria e disturbante di una singolare Charlotte Rampling. Moglie umiliata, seduttrice incallita, suicida che semina panico sotto le coperte dei letti dei vicini di casa. In Harry, un amico vero, anch’esso diretto dal Dominik Moll, Harry dominava letteralmente il film, era intelligente, aveva un’ottima memoria, sapeva come mangiare le uova per rendere meglio a letto, riusciva ad anagrammare una parola senza quasi rifletterci. Harry rappresentava lo splendido trionfo della ragione. Alice, il personaggio interpretato dalla Rampling, è immersa invece in una storia che separa i nostri fantasmi dalle nostre ossessioni, è letteralmente prigioniera e artefice di un paese delle meraviglie. Mentre gli altri sognano, lei mette in at-  
 
to i loro incubi. Alice è la perfetta anti-eroina in un plot che sarebbe stato più adatto, forse, a un David Lynch pre-Mulholland Drive. Il film è di Alice. E "Due volte lei", tra i vari difetti, possiede anche il pregio di rilanciare allo spettatore una scommessa: incrinare la logica che impone alle pellicole di essere beni prigionieri della spirale produzione-distribuzione-consumo, al termine della quale l’oggetto in analisi finisce nel casso-  
netto della spazzatura. Ma ciò che colpisce, esaminando l’opera nel suo complesso, è il gran senso di equilibrio e di compattezza che ne emerge. Le strade tortuose dell’irrazionale e l’iperrealismo sono, caso più unico che raro, direttamente proporzionali ai vuoti di sceneggiatura. Ci sono personaggi cinematografici così perfettamente integrati con la storia che li racconta e con l’attore che li interpreta da creare una sintesi armoniosa ed emblematica. Si tratta di protagonisti lager than life, capaci cioè ci creare una propria realtà. Ai personaggi femminili non capita spesso di costruire un mondo a loro immagine e somiglianza, un mondo di invenzioni ed eccentricità oniriche capace di sopravvivere ai ruoli tradizionali di amante, moglie e madre. Alice Pollock/Charlotte Rampling è una di queste rare simbiosi riuscite.

(di Bruno Trigo )

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