DOOM
 

recensione doom

 
Ennesima produzione americana che punta tutto ed esclusivamente sul montaggio rapido, sull'andamento vorticoso, su gli effetti speciali, sulla musica scassatimpani. Uno dei peggiori prodotti che Hollywood ci abbia ultimamente fornito: nessun tentativo di escogitare qualcosa di diverso dal già visto mille volte, inventiva e originalità del tutto latitanti, trama scontata e banale, personaggi vuoti e presto dimenticabili, attori a cui non si chiede di recitare ma di agitarsi/digrignare i denti/spalancare gli occhi il più possibile Il film è ispirato all'omonimo videogame ma il passaggio dal monitor dei computer al grande schermo non gli ha giovato, non lo ha trasformato in un film di fantascienza: è rimasto un videogame, particolarmente violento e senza alcuna attrattiva per un pubblico che dal cinema pretenda "cinema". La  
 
sfida, dichiarata dai produttori, di creare un qualcosa che potesse piacere anche a chi non è interessato ai videogiochi è miseramente fallita: l'avventura su Marte non emoziona e non coinvolge, non offre nulla che appassioni e avvinca (anche perché per buona parte del film non accade nulla di nuovo: la stessa situazione, la stessa scena ripetuta all'infinito). L'operazione è stata affidata al regista Andrzey Bartkowiak,  
specializzato in film d'azione e arti marziali, ma celebrato più come direttore della fotografia che come regista (ruolo, del resto, qui del tutto trascurabile). La visione di questo lavoro pone l'interrogativo per quanto tempo ancora l'industria cinematografica americana continuerà sulla strada di confezionare giocattoloni vuoti e insignificanti il cui esito sarà quello di allontanare gran parte di pubblico tradizionale dalle sale (...ma sta già accadendo, negli USA e in Europa), rinnegando la sua riconosciuta capacità di confezionare buoni prodotti medi in grado di accontentare la maggioranza degli spettatori di tutte le classi e di tutto il mondo.

p.s. Una domanda da farsi ai creatori di questo film: ma possibile che in un futuro, che si presuppone tra centinaia se non migliaia di anni, in cui si è teletrasportati in due secondi nello spazio, gli auricolari i microfoni le flebo i vestiti le acconciature. siano quelli di oggi? Si pensi a "Il pianeta proibito" o (Kubrick perdoni l'accostamento) a "2001 Odissea nello spazio" dove vi era lo sforzo di creare oggetti nuovi e inconsueti per dare l'idea di un tempo di là da venire. Troppo chiedere di esercitare minimamente la fantasia?


(di Leo Pellegrini)

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