DERAILED
 

recensione derailed

 
Una ennesima occasione sprecata da parte della cinematografia americana che, da qualche tempo in qua, sembra veramente annaspare. L'idea di partenza (buona) era di ritornare al classico thriller basato sull'intreccio misterioso, su una verità da scoprire, sul colpo di scena finale: niente mirabolanti (e vuoti) effetti speciali, nessun superuomo, no alla sovrabbondanza di scene d'azione e alle infinite sparatorie, rifiuto della violenza trasformata in spettacolo. Un omaggio al buon vecchio cinema di una volta che centrava la sua attenzione sulla psicologia e sul comportamento dei personaggi e non sul funambolismo registico (ralenti, montaggio vorticoso, dissolvenze e carrelli incrociati, scene riprese da più angolazioni). Più racconto, meno videogame pirotecnico. Peccato che il tutto sia rimasto nelle "buone intenzio-  
 
ni". Senza bisogno di scomodare Hitchcock (tirato sempre in ballo da produttori e pubblicitari privi di fantasia), "Derailed" è un'opera che fa acqua da tutte le parti. Una sceneggiatura piena di incongruenze e di vuoti (sembra strano che l'abbia scritta lo stesso autore di "Collateral"), una trama vista già mille volte ma svolta in modo che la vicenda appare immediatamente del tutto improbabile, un colpo  
di scena che si intuisce dopo un quarto d'ora, personaggi che si comportano in modo assurdo e immotivato, una inaccettabile ideologia che fa da sottofondo (occhio per occhio, il farsi giustizia da sé). Immancabile il ritratto della famiglia disastrata che alla fine si ricompone (ma il cinema hollywoodiano intende proseguire ancora su questa tema mostrato in tutte le salse infinite volte?). Non si comprende poi la necessità di rivolgersi a un regista svedese per realizzare un'opera che più americana non si può (l'unica spiegazione è che costasse di meno). Pollice verso anche per quanto riguarda gli attori: Clive Owen è un grande interprete ma qui il suo personaggio è talmente inconsistente da precludergli ogni possibilità di una performance degna di nota. Jennifer Aniston è completamente fuori ruolo e non ha la personalità che il suo personaggio richiederebbe. Di RZA, celebre cantante di hip-hop, e di XZIBIT, celebre rapper, non si comprende bene la presenza (se non quella di attirare il pubblico dei ragazzi). Chi se la cava meglio è senz'altro Vincent Cassel, a cui è stato affidato l'unico ruolo che abbia delle minime sfaccettature.

(di Leo Pellegrini)

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