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recensione a casa
con i suoi
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Creato sulla base
di uno stereotipo
ormai diffusissimo,
quello del trentenne
ancora a casa con
mamma e papà
e peraltro senza alcuna
intenzione di abbandonare
le comodità
familiari, questo
"A Casa con i
Suoi" è
la classica commediola
americana dei nostri
tempi, con ritmi e
gag del tutto prevedibili
e già visti.
Lo spunto sociologico
fa da cornice, da
sfondo, a una storia
d’amore vista
come unica possibilità
di crescita per Tripp
(lo scapolone d’oro
interpretato da Mattew
McConaughey), che
vive ancora in una
condizione infantile
e bambinesca. Emblematico
il fatto che sia proprio
una consulente di
relazioni familiari
(interpretata da una
sbiadita Sarah Jessica
Parker) sia in grado
di coinvolgerlo in
una, tormentata, storia
“seria”.
Ma l’amore e
l’indipendenza,
il mettersi in gioco
fa paura a tutte l’età,
riguarda i giovani |
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così
come
i genitori
e si
rivela,
anzi,
un forte
trait
d’union
tra
generazioni
lontanissime
per
abitudini
e costumi.
Questo
l’unico
aspetto
degno
di qualche
rilevanza.
Per
il resto
solo
fisici
perfetti,
passatempi
da ricchi
senza
alcun
bisogno
di lavorare
e condizioni
sociali
e familiari
ampiamente
oltre
ogni
stereotipo.
Una
commedia
non
originale,
cui
neanche
la morale
finale
riesce
a dare
profondità.
Un film
capace
di |
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strappare
un sorriso
forzato ma
mai di coinvolgere
con gusto,
risultando
troppo finto
e patinato,
distante anni
luce dal mondo
reale.
(di Antonio
Nasso)
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