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Terzo e ultimo capitolo
della trilogia sulla
società danese
del regista Per Fly,
“Gli innocenti”
arriva sui nostri
schermi grazie all’impegno
di Teodora Film, la
società di
distribuzione di Vieri
Razzini e Cesare Petrillo,
che compie sette anni
di attività
e vanta 27 film distribuiti
con il dichiarato
e faticoso intento
di opporsi alla “censura
del mercato”.
E il dubbio che il
mercato non avrebbe
consentito la distribuzione
in Italia dell'ultima
impresa del regista
danese, è molto
vicino alla certezza,
perché "Gli
Innocenti" non
ha niente a che vedere
con i film seriali
e "film-play
station" che
invadono schermi grandi
e piccoli. E' un film
intenso e che pone
troppi interrogativi,
non solo alla società
danese ma alle coscienze
di tutti noi, perché
il mercato se ne occupi.
Un professore universitario
di Scienze sociali,
Carsten (il bravissimo
Jesper Chri- |
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stensen),
molto
amato
dai
suoi
studenti,
ha una
relazione
extraconiugale
con
una
sua
ex allieva,
Pil
(che
ha il
volto
intenso
di Beate
Bille)
che
milita
nella
sinistra
extraparlamentare,
impegno
che
Carsten
vede
come
la continuazione
delle
sue
idee.
Durante
un’azione
di boicottaggio
in una
fabbrica
di armi,
Pil
e i
suoi
complici
uccidono
un poliziotto
che
tentava
di impedirne
la fuga
e vengono
arrestati.
Carsten
abbandona
la famiglia |
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per poter
stare vicino
a Pil che
nel frattempo
gli confessa
di essere
lei l'artefice
dell'omicidio
e che non
si è
trattato di
un incidente
ma di un atto
intenzionale.
Il professore
le consiglia
di dichiararsi
innocente
come i suoi
complici e,
in mancanza
di prove certe
circa la volontà
di uccidere,
i tre vengono
assolti. Carsten
e Pil vanno
a vivere insieme
ma invece
di trovare
la serenità
dovranno fare
i conti con
la loro coscienza.
Attraverso
le vicende
che abbiamo
sinteticamente
esposto, il
film propone
interrogativi
sulla condizione
umana, in
relazione
alle responsabilità
individuali
e collettive,
senza assolvere
nessuno, perché
non ci sono
innocenti,
né
i “cattivi
maestri”,
né
gli “apprendisti
stregoni”
e meno di
tutti coloro
che stanno
a guardare
pronti a inveire
contro il
permissivismo
vero o presunto
delle istituzioni,
senza accorgersi
che proprio
il vistoso
restringersi
degli spazi
di critica
che avanza
nelle società
europee può
indurre i
giovani a
scelte estreme
come quella
di compiere
atti di terrorismo.
“Gli
innocenti”
si fa apprezzare
anche per
la fotografia
di Harald
Gunner Paalgard,
oltre che
per la buona
prova di tutti
gli attori
e per la sobria
ed elegante
regia di Per
Fly. Un film
da non mancare
per chi non
si accontenta
della brodaglia
cinematografica
che la distribuzione
internazionale
impone sul
mercato.
(recensione
di Claudio
Montatori
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recensione del
film "gli
innocenti"! |
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