ovviano al pianto del portafogli con una trovata neanche troppo insolita: fare sesso davanti a una telecamera. Nonostante i giuramenti strombazzati sulla santità della loro amicizia, i due ragazzi sperimentano le complicazioni dell'intimità fisica, la fitta maglia di imbarazzi, tentazioni e nuove consapevolezze in cui precipita la finzione "hard" del loro set amatoriale. E, sempre in quel modo scanzonato e superficiale tipico della risata

pre-coitale, il film di Kevin Smith (già mente criminale di "Clerks" I e II e "Dogma") invita a considerare i risvolti amarognoli dell'indigenza giovanile e l'ingenuità di una generazione impreparata alla vita. Il tutto, ribadiamo, con le dovute cautele del caso: decenni di risate hollywoodiane più o meno riuscite ci hanno insegnato che la commedia, in America, raramente devia dai canoni del genere, rifugge dalle cadute seriose. E il più delle volte, come nel caso di "Zack&Miri", lo spettatore si accontenta. Via libera alle risate, allora! Di quelle blande, a volte perplesse, indotte dagli eccessi più che dalla cura della confezione. Ma comunque salutari.