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"Per ogni bambino il mondo è un parco giochi, ma poi crescendo te lo scordi".
La negatività, la mancanza di fiducia in se stessi e nel prossimo, la preclusione alla novità, essenza che colora la banalità e la ripetitività del quotidiano, possono arrestare lo slancio vitale, ossia quella curiosità spontanea che caratterizza la personalità infantile che continuamente si appropria delle novità del mondo. In sintesi, vedere il bicchiere sempre mezzo vuoto, crogiolandosi nel pessimismo assoluto, è sopravvivere e non vivere.
Questo è il messaggio di "Yes man", diretto con grande merito da Peyton Reed, da una sceneggiatura di Nicholas Stoller e Jarrad Paul & Andrew Mogel, tratta dal libro di Danny Daisy. Carl Allen (Jim Carrey) è un uomo solo e solitario,
senza nessuna curiosità ed energia vitale. La sua parola d'ordine è "NO". Ma, buon per lui, un giorno |
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come tanti si convince ad aderire ad un programma basato sul semplice impegno a dire di sì sempre, a tutto ed a tutti. Jim Carrey, al massimo delle sue prestazioni artistiche, forse più misurato del solito, rende perfettamente l'idea dell'uomo Carl, indolente e pessimista, che invece accetta la forzatura di porsi nella nuova veste di positività verso il mondo intero. Il click del "sì" a tutti i costi, attiva nello scialbo Carl |
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una nuova linfa vitale, una curiosità entusiasmante per eventi e novità a non finire. "Yes Man", è un film ben confezionato, soggetto originale, scenografia di Andrew Laws, di particolare espressività, forma fluida e piacevolmente coinvolgente, nonché fotografia di Robert Yeoman, curata ed efficace. Film di genere, "Yes man" ha il merito di proporre la realizzazione di gag oltre che di effetto irresistibile, realizzate anche in maniera perfetta. Una scena drammatica può essere buona o anche discreta, ma una gag deve essere solo perfetta , deve centrare il bersaglio alla perfezione. Le performance di Jim Carrey nel personaggio burlesco Carl, costituiscono l'ossatura della scrittura filmica di "Yes man". Genere comico, in questo caso espresso appunto nell'ambiguità dei rapporti interpersonali dei personaggi, nel significato delle situazioni e dei gesti, nella più comune esperienza percettiva quotidiana, temi ricorrenti che in questo caso sorreggono le più irresistibili accumulazioni di effetti comici. D'altra parte Jim Carrey ha sempre incarnato personaggi burleschi, caratterizzandoli sempre di una straordinaria vitale umanità, pur nei suoi deliri comici. In "Yes man" abbiamo un Jim Carrey oltre che, come d'abitudine, burlesco, anche bravo apprendista-musicista che impara a suonare la chitarra per esibirsi in una band. Così questo ottimo prodotto cinematografico, oltre ad un garantito e schietto divertimento, ci regala anche tanta musica, come in tutti i film di Peyton Reed, senza stonare affatto con il resto dell'opera.
(di Rosalinda Gaudiano)
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