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x-men conflitto
finale recensione
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Un’ultima battaglia
aspetta gli X-Men
in questo ultimo attesissimo
capitolo della trilogia
tratta dai celeberrimi
fumetti Marvel, appena
presentato fuori concorso
al festival di Cannes.
L’homo sapiens
ha scoperto un mutante
in grado di far regredire
l’anomalia genetica
nei suoi simili e
dal suo sangue ha
tratto «la cura»,
un siero che ha il
potere di normalizzare
istantaneamente gli
uomini X. Restare
diversi o uniformarsi
alla massa? I cattivi
- Magneto (Ian McKellen)
e i suoi scagnozzi
– decidono di
ingaggiare una lotta
contro i ‘normodotati’,
una guerra preventiva
per evitare che in
futuro la scelta di
sottoporsi o meno
alla cura diventi
un’imposizione.
Xavier (Patrick Stewart),
Wolverine (Hugh Jackman),
Tempesta (Halle Berry)
e gli altri li fermeranno
solo dando fondo a
tutti i propri superpoteri,
ostacolati in questa
impresa dalla defe- |
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zione
di Jean
Grey/Fenice
(Famke
Janssen),
diventata
l’X-Men
più
potente
di tutti.
Com’era
prevedibile,
i fantasmagorici
effetti
speciali
(la
cui
realizzazione
ha potuto
contare
anche
sui
collaudati
jacksoniani
della
Weta)
sono
al centro
di “X-men:
Conflitto
finale”.
La sequenza
della
rimozione
del
Golden
Gate
di San
Francisco
è
impressionante
ma non
è
da meno
il ringiovanimento
di McKellen
e Stewart
nel
flash-
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back iniziale,
per il quale
il premio
Oscar John
Bruno ha impiegato
un software
chiamato LOLA
che utilizza
tamponi 3D
per coprire
i tratti facciali
degli attori.
Piuttosto
convincenti
gli attori,
sempre gli
stessi ma
con l’aggiunta
di altri personaggi
come Bestia,
un Kelsey
Grammer color
puffo, e Angel
(Ben Foster)
la cui inutile
presenza è
dovuta unicamente
alle graduatorie
di X-Men fatte
stilare agli
appassionati
per decidere
quali nuove
figure inserire
nel film.
Maluccio invece
la sceneggiatura,
incapace di
controllare
argomenti
decisamente
più
scivolosi
rispetto ai
due film precedenti
e deludente
sul piano
della caratterizzazione
dei personaggi:
Jean Gray,
ad esempio,
è delineata
se possibile
peggio che
nel resto
della trilogia.
Mediocre la
regia –
non più
affidata a
Bryan Singer
(impegnato
con le riprese
del nuovo
“Superman”)
ma al meno
dotato Brett
Ratner - che
non sempre
mantiene alto
il ritmo e
che non riesce
ad esaltare
i momenti
di tensione
emotiva che
la storia
prevede; c’è
da dire però
che l’insipida
colonna sonora
non ha certo
facilitato
il compito.
“X-Men:
Conflitto
finale”
nel complesso
è abbastanza
deludente
ma c’è
da scommettere
che l’equazione
«effettoni
speciali =
successo commerciale»
non mancherà
di dar prova
della sua
ineluttabile
validità.
Intanto, speranzosi,
aspettiamo
l’annunciato
film tutto
dedicato a
Wolverine.
(di Marco
Santello)
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conflitto finale"! |
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