WINX CLUB
 

recensione winx club

 
Fiabesca eziologia e genealogia della coraggiosa fatina Bloom e dell’arcano alla base dell’universo Winx. Il segreto del regno perduto debutta in 3D al cinema e si annuncia fenomeno di massa della nuova stagione. Bloom, Flora, Stella, Tecna, Aisha e Musa, ovvero le sei fatine dal cuore di zucchero con le misure da pin up, sono le protagoniste di una commedia romantica che spazia dall’action al dramma, con qualche spruzzata di comicità. Nel primo capitolo cinematografico di quella che si preconizza come futura trilogia, la Winx con il potere della fiamma del Drago (Bloom) dovrà battere terribili demoni al fine di ritrovare i suoi regali genitori e riportare in vita il regno perduto di Domino. Oltre al destino dell’intera Dimensione Magica vi è in ballo, altresì, il viaggio della nostra eroina verso la conoscenza di se stessa. Ma non sarà  
 
sola, nell’arduo camino che dovrà percorrere; infatti, accanto a lei a sostenerla e ad incoraggiarla ci saranno le sue cinque magiche amiche e l’amato Sky, perfetta incarnazione iconologica del principe azzurro. Per comprendere l’attesa spasmodica provata dalle fans nei confronti del lungometraggio, non si può non ricercare a monte i segnali di un successo preannunciato. La contagiosa febbre  
denominata Winx inizia a dilagare in tv nel 2004. Fino ad oggi la serie animata creata dall’italianissimo Straffi vanta a suo merito ben 78 episodi, un musical di formidabile consenso di pubblico e un merchandising da guinness. Presentata un’anteprima di soli trentacinque minuti nelle sezioni Alice in città e Première della Festa del cinema di Roma, il pubblico dei tween e teen agers è andato letteralmente in delirio. La ricetta del successo in tale fascia di mercato è ravvisabile nella caratterizzazione delle protagoniste, ognuna con una particolare personalità e preferenza in fatto di gusti. In più, l’ingrediente dell’eterna antinomia tra il bene e il male non passa mai di moda, soprattutto se si aggiunge un pizzico di magia che, d’altronde, non guasta mai. Sfortunatamente, qualora abbiate già superato da tempo la fase puberale e anche il periodo adolescenziale, il film perderà ai vostri occhi tutto il suo appeal. D’altronde, la pellicola parte in media res dando, in vari istanti, per scontati alcuni passaggi a tratti criptici per un pubblico adulto e poco avvezzo alla serie televisiva. Il cast tecnico ed artistico al soldo di Straffi e della Rainbow è da ammirare, se non altro, quanto ad impegno e determinazione; nonostante ciò commetteremo un grave fallo a rapportare tale casa di produzione ad altre del calibro di DreamWorks e Pixar. Tuttavia bisogna ammettere che, nel match Italia-Usa, la nuova Disney dal sapore nostrano esce sufficientemente a testa alta.

(recensione di Maria Cristina Caponi )

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