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Tematiche attuali come non mai, soprattutto in questo momento storico e sociale per il nostro paese, quelle affrontate nel secondo lungometraggio di Donatella Maiorca "Viola di mare", in concorso alla terza edizione del Festival internazionale del Cinema di Roma. La storia d'amore tra due donne, Angela (l'algida e bellissima Valeria Solarino) e Sara (Isabella Ragonese, di cui si conferma la bravura in crescita dopo "Tutta la vita davanti" di Virzì), consumata in una Sicilia forse fin troppo moderna per l'effettivo periodo storico - siamo nella seconda metà dell'Ottocento - che sovverte le tradizioni e sceglie una strada di parziale rinuncia del proprio io pur di vivere alla luce del sole questo sentimento. Le interpretazioni sono magistrali, a partire dalle due protagoniste perfettamente calate nei rispettivi ruoli, passando poi |
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per un Ennio Fantastichini capace di regalarci la figura di un uomo apertamente disprezzabile, violento, ottuso, padre-padrone, che non teme per la vita della figlia pur di salvare le apparenze. Quello che però lascia a desiderare, e finisce col rendere la pellicola poco convincente, è in assoluto una certa smania, un fretta nel descrivere e nel raccontare che pregiudica il risultato finale. A tratti si indugia troppo in scena |
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o su personaggi in realtà di poco interesse narrativo, a sfavore di passaggi che invece avrebbero meritato un'attenzione più piena. Si sfocia dunque, nel complesso, in una certa superficialità: data più dalla sceneggiatura che non dalle interpretazioni, ma che finisce, purtroppo, con l'inficiare il giudizio complessivo del film.
(di Giulia
Mazza )
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