VALERIE - DIARIO DI UNA NINFOMANE
 
locandina VALERIE - DIARIO DI UNA NINFOMANE

recensione Valerie

 
Giā dalla prima frase, quando la protagonista attacca col solito disco rotto per cui se un uomo ha tante donne č un conquistatore mentre se una donna ha tanti uomini č una puttana, si capisce che marca male. Quando poi si annuncia che c'č solo una cosa pių importante del sesso: l'amore, si vorrebbe sprofondare. In Spagna, a Madrid, "Valerie diario di una ninfomane" ha fatto scandalo per il manifesto (bello tra l'altro) subitamente levato dalle strade. Ci si scandalizza sempre per le apparenze, mai che si vada oltre la superficie e ci si scandalizzi per l'idiozia dei contenuti. Da un lato stanno i conservatori baciapile che il sesso non lo vogliono neppure sentire nominare (ma poi di nascosto chissā che combinano), dall'altro gli pseudo-intellettuali progressisti che fanno del sesso un pretesto per vacue masturbazioni  
 
mentali (e non solo mentali). Al primo gruppo appartengono coloro che hanno vietato i manifesti. Al secondo la Valerie del film e la Valerie (Tasso) che ha scritto il libro omonimo. Lo spunto di base sembra essere: esiste la ninfomania? Una donna a cui piace il sesso è malata o è semplicemente una donna a cui piace il sesso e non c'e niente di male? Di sicuro, il sesso, piace alla bella ventottenne Valerie   recensione VALERIE - DIARIO DI UNA NINFOMANE
(Belen Fabra, presenza femminile rilevantissima), però da lì a scendere per strada in piena notte e farsi sbattere contro una cancellata, da un tipo qualsiasi abbordato alla fermata del tram, forse, ce ne passa. Ce ne passa anche dal rimangiarsi ogni convinzione e innamorarsi follemente di un tamarro benestante che: 1) evidenzia subito gravi lacune in materia di prestazioni sessuali; 2) assomiglia a Stanley Tucci con la parrucca; 3) dopo il primo idilliaco approccio comincia inspiegabilmente a dar di matto (Leonardo Sbaraglia pessimo come al solito). Andato in frantumi il sogno appena accarezzato di una vita fedele, coniugale e con figli, Valerie torna sui suoi passi pensando allora di farsi assumere in un bordello, ma solo per rimanere delusa nello scoprire che i clienti non la amano ma la trattano come una puttana. Diretto dallo spagnolo Christian Molina, "Valerie diario di una ninfomane" è un guazzabuglio inconcludente di luoghi comuni inframmezzati da scene di sesso mega-patinato: c'è la nonna che dice di vivere la vita, l'amica di essere sempre se stessi, il paraplegico di non dar nulla per scontato, la prostituta brasiliana che fa quello che fa per amore dei figli, lo stilista gay, il calabrese focoso e il nero superdotato. La montagna che partorisce il topolino proclama che si deve inseguire quello che si desidera omettendo di dire, e magari approfondire, che il difficile è proprio capire che cosa si desidera. Ed evitando allo stesso tempo ogni possibile interrogativo riguardo al perché ancora oggi una donna libera spaventi e provochi sconcerto. Il sesso così trattato come chiave introspettiva produce solo riflessioni di una banalità sconcertante, sproloqui pretenziosi, autoreferenziali e narcisistici che sfiorano il comico involontario (Catherine Breillat docet). Se si vuole un vero film di sesso sul sesso in quanto tale si vada piuttosto a vedere "9 songs" di Micheal Winterbottom, lucido e poetico saggio muto per dire che sul sesso non c'è niente da dire. Ovviamente in Italia non fu neanche distribuito.

(di Mirko Nottoli)


- Scrivi la tua recensione del film "Valerie - Diario di una ninfomane"!
 
 
  Scheda Recensione Locandina  
 

Copyright © Cinema4stelle.it 2003-2008. Tutti i diritti sono riservati.