RECENSIONE - UNA VITA TRANQUILLA
 
locandina una vita tranquilla
Locandina "Una vita tranquilla"

recensione - una vita tranquilla

 
Il film ha inizio e il dettaglio della corteccia di un albero occupa l'intero schermo. Pian piano, assecondata da vibrazioni elettroniche e ritmo incalzante, la macchina da presa ci conduce attraverso un bosco, introducendo la location del racconto. Siamo nella selva tedesca ma, nonostante l'incipit, non si tratta di un film di Sorrentino. "Una vita tranquilla" eredita dall'autore napoletano non solo lo stile registico, ormai non pił originale e, dove non giustificato, decisamente ridondante, ma anche l'atmosfera narrativa, ricca di forme insidiose e colori slavati. Ad essere narrata è una storia di camorra e di (tentata) redenzione, l ' inevitabile intricarsi di vite in bilico. Lo sviluppo delle vicende incuriosisce grazie soprattutto a psicologie ben costruite e alla struttura della sceneggiatura, retta dalle prospettive differenti e dai desideri  
 
incrociati dei personaggi. Non fa notizia l ' ennesima bella prova di Servillo, capace di esprimere la durezza di facciata e l ' indomabile istinto di sopravvivenza di un ex camorrista, mentre ci piace sottolineare l ' efficace resa dei comprimari, credibili e intensi. Nel complesso, dunque, "Una vita tranquilla" centra l ' obiettivo, lasciando lo spettatore nel limbo dell ' attesa e dell ' incertezza, ed evitando di chiude-   recensione una vita tranquilla
re il cerchio intorno ad una storia privata e al tempo stesso nazionale, destinata idealmente a non finire mai. Quello che manca è il ricorso ad una regia più libera e verace, svincolata da condizionamenti estetici e dalla ricerca dello stile a tutti i costi.


(recensione di Lucio De Candia)


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