RECENSIONE - UNA SCONFINATA GIOVINEZZA
 
locandina una sconfinata giovinezza

una sconfinata giovinezza

 
Il mondo poetico di Pupi Avati, in cui la banalità dei fatti quotidiani si arricchisce di prospettive incisive, a volte curiose, magiche, realistiche, questo mondo raccontato con il cinema, costituisce il gustoso e soggettivo impatto stilistico di un regista che ha guardato soprattutto ai localismi italiani riproducendoli sul grande schermo. Chicca (Francesca Neri) e Lino (Fabrizio Bentivoglio) sono una coppia di coniugi cinquantenni molto affiatata. Lui affermato giornalista sportivo, lei docente universitaria. La loro vita scorre serena anche senza aver avuto figli, rafforzata dal sentimento profondo che li lega. Un giorno Lino non riesce a pronunciare il nome di alcuni oggetti: è l'inizio di una malattia neurologica degenerativa che lo porterà pian piano alla completa demenza. "Una sconfinata giovinezza", ultimo film di Pupi Avati di cui è regista e sceneggia-  
 
tore, inizia così, con lo sguardo sconcertato e terrorizzato di Chicca sul volto del suo Lino, realizzando l'incipiente tragedia che sovrasterà il suo uomo tanto amato. Avati non ha voluto calcare la mano sulla malattia in sé, ma pone in evidenza tutto il contesto umano che ruota intorno alla tragedia personale di Lino. La redazione del giornale dove Lino lavora, i suoi colleghi, la moglie, la famiglia della moglie, sono   recensione una sconfinata giovinezza
mondi separati che intervengono sulla sua nuova condizione emotivamente ed affettivamente in modi differenti. La sua unica vera speranza è solo Chicca, sua moglie, che lo aiuterà e lo supporterà con il suo grande amore. "Una sconfinata giovinezza" è una storia sincera e commovente, reale e realistica, uno spaccato sulla vita che fugge via all'improvviso, sulla preziosità dell'affetto di coppia, sull'effimerità di alcuni rapporti familiari, il tutto narrato senza compiacimenti sentimentalistici. Le lunghe carrellate all'interno della lussuosa abitazione di Chicca e Lino riprendono il mondo degli oggetti, degli spazi confortevoli che accolgono e rassicurano, ma che presto Lino non riconoscerà più. Un mondo costruito giorno per giorno, una vita, che si perderà nell'oblio di una mente che non comunicherà più emozioni e desideri. Amaro e poetico, "Una sconfinata giovinezza" mostra ancora una volta l'indiscussa capacità di Avati di cristallizzare realtà sociali contemporanee, tra commedia e dramma, tra indagine psicologica e osservazione ambientale, avvalendosi molto bene della tecnica del flashback. Superba interpretazione di Fabrizio Bentivoglio, cui si affianca una Francesca Neri inedita, bravissima nella parte di Chicca. Un film valido sotto molti aspetti, stilistici, tecnici, ma soprattutto rappresentativi di una condizione umana sempre più presente nella nostra contemporaneità.


(la recensione di Rosalinda Gaudiano )


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