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UNA NOTTE CON BETH COOPER |
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Chris Columbus una volta dirigeva commedie, una volta ha diretto i primi due Harry Potter, "L'uomo bicentenario" e "Mrs Doubtfire". "Una notte con Beth Cooper" sancisce (a meno che non succeda l'imponderabile) l'avvio verso la fase decadente. Di commediole per teen ager che fanno il verso ad "American Pie" ne è pieno il mondo in celluloide. Qualcuna riesce bene come "Suxbad", qualcun'altra funziona a metà come "La ragazza del mio migliore amico", qualcun'altra ancora, affonda. A suo favore ha la quasi totale mancanza di volgarità e lo sforzo evidente di tentare di far ridere la platea con espedienti seppure macinati migliaia di volte, rivisti e corretti. C'è il nerd secchione di turno, Paul Rust vagamente somigliante a Sean Penn, lo rivedremo presto in "Inglourious Basterds" di Tarantino. Nel discorso di |
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fine anno decide di dichiararsi alla cheerleader e quale colpaccio di genio fantastico, quello di affidare il ruolo alla tascabile e ridanciana Hayden Panettiere (per chi non lo sapesse, interpreta il medesimo personaggio nella serie "Heroes"). Non manca l'amico fraterno, Jack Carpenter, dalla sessualità non definita e che vive di citazioni cinefile. Dopo la quindicesima, obbligatorio l'abbattimento. Il liceo è finito e bisogna |
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giocarsi le ultime carte: i protagonisti di cui sopra si ritrovano a passare una notte di avventure, risate, colpi di scena e rocambolesche fughe prima di traghettare idealmente verso la maturità del mondo universitario. Innocua commedia di mezza estate alla quale manca il cipiglio necessario per elevarsi dalla mediocrità. Quando i piccioncini sono in riva al lago a raccontarsi smancerie e a cinguettare "Valiamo di più" speri che abbiano sbagliato strada e siano finiti a Crystal Lake, ove Jason Voorhees avrebbe saputo dir loro la cosa giusta.
(di Daniela Losini)
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