UNA NOTTE AL MUSEO
 

una notte al museo recensione

 
Forte di un incasso e un seguito di pubblico da capogiro in America, arriva nelle sale "Una notte al museo" tipica produzione mainstream che strizza l'occhio al pubblico giovanissimo e agli adolescenti (e pure agli adulti che gradiscono). Larry (Ben Stiller che piaccia o no è perfetto in ruoli del genere) è divorziato, non riesce a tenersi stretto un lavoro e ha un figlio che vorrebbe tanto, tanto credere in lui. Dopo qualche disavventura lo assumono in prova al Museo di Storia Naturale di New York. Lo accolgono i tre guardiani notturni: Dick Van Dyke, Bill Cobbs e Mickey Rooney (sì, essi vivono). Lo mollano al suo destino lasciandogli le istruzioni per poter occuparsi del museo durante la notte. Si accorge presto che qualcosa non quadra: lo scheletro al centro della hall del Tirannosauro (da Spielberg, si capi-  
 
sce) non è più al suo posto. E non è tutto. Una tavola particolare a corredo del Faraone custodito all'interno, rende tutti gli oggetti, le statue e i personaggi del museo animati di vita propria. Via libera dunque al presidente Roosvelt di cera (Robin Williams che fa il saggio: non l’avremmo mai detto) innamorato dell'indiana dal nome impronunciabile, al pistolero in miniatura che spara a salve, al minigenerale romano e le  
sue truppe ("Al mio segnale scatenate l'inferno!" vi dice qualcosa?), agli aggressivi maya di apocalyptiana memoria e ad Attila, il Flagello di Dio. No, Abatantuono non c’è ma il nostro Pierfrancesco Favino sì: impersona la statua di bronzo di Cristoforo Colombo. Citazioni a catinelle da Gulliver, Jumanjii e “Small Soldiers” nonché dall’immaginario favolistico. Grezza ironia buonista, qualche gag azzeccata grazie a una scimmia dispettosa: digeribile e indigeribile al contempo.

(recensione di Daniela Losini )

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