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UNA CELLA IN DUE - RECENSIONE |
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Locandina "Una cella in due" |
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una cella in due - recensione
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Il film inizia con un immagine poco edificante di due uomini, in mezzo alla campagna, che camminano in mutande. Ma chi sono i due malcapitati? Angelo Zingoni (Maurizio Battista) precario da una vita, che vive di piccoli lavori mal pagati e Romolo Giovagnoli (Enzo Salvi) avvocato che ha costruito il suo successo con affari poco puliti e gestisce business miliardari. Angelo senza lavoro, è stato anche sfrattato dal padrone di casa, Romolo invece vive in una mega villa con la moglie Ilde, donna ricchissima, e la figlia. Romolo ha anche un'amante bella e giovane, con cui passa molto del suo tempo. Quando la moglie scopre il tradimento, lo denuncia alla magistratura per i suoi loschi affari, e lo arresta. Angelo non sapendo come sbarcare il lunario e dopo l’ennesimo rifiuto di Monica (Serena Bonanno), di cui è innamorato, tenta una rapina che |
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finisce male, risultato il carcere. I due si trovano così a condividere la stessa cella, insieme a loro c'è uno psicopatico assassino (Massimo Ceccherini). Massimo Ceccherini ha il ruolo di un inquietante non parla quasi mai, ma emette suoni orribili incutendo paura nei due malcapitati compagni di cella. Ma Angelo non sa che l'uomo che gli ha fatto perdere il lavoro è proprio Romolo. Tra i due scatterà una complicità e un' |
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amicizia, Romolo perderà in questa storia moglie e figlia, nonché la fedele segretaria Pamela (Jane Alexander) che scapperà con i suoi soldi. Angelo invece troverà l'amore in Monica e attraverso un corso d'informatica fatto in carcere, troverà finalmente un occupazione aprendo un agenzia. Il film ha un inizio inconsueto ripropone la commedia anni 70' ma poi dopo poco se ne distacca orientandosi sulla commedia pseudo comica, si tenta di mescolare il comico alla commedia all'italiana con scarsi risultati. Nel film c'è uno sguardo sull'Italia di oggi attraverso Angelo, il precario, idealista e eterno Peter Pan che poi sarà l'unico ad avere un riscatto sociale. lIl regista percorre anche la strada del romanticismo, infatti i sentimenti di Angelo faranno innamorare Monica. I due comici Enzo Salvi e Maurizio Battista, nonostante gli sforzi e le gag non riescono a divertire. Buona l'idea di mettere un precario e un avvocato nella stessa cella, ma forse bisognava dare più corpo alle personalità dei due protagonisti. Da Massimo Ceccherini ci saremmo aspettati qualcosa di più visto la sua travolgente comicità da toscanaccio, ma in questo ruolo del folle non riesce che a strapparci un sorrisino. Nei panni dei carcerati che si fanno poi una partitella, ci sono anche degli autentici giocatori: Taddei e Rosi della Roma e Rocchi e Foggia della Lazio, ma neppure questi riescono a far brillare il film. Troviamo anche una Jane Alexander, nel ruolo insolito della finta buona, fedele segretaria, che poi torna a sedurci con il ruolo di cattiva consolidato in “Elisa di Rivombrosa”. Nonostante il film ci provi a toccare temi importanti quali l'amicizia, l'amore, la corruzione, il precariato, non decolla mai, nè riesce in alcun modo a divertire lo spettatore. Forse l'intento del regista, Nicola Barnaba, era di lasciare un messaggio positivo visto il momento difficile che attraversa il paese, di “non arrendersi mai” perché spesso tutto può cambiare anche nelle peggiori situazioni.
(recensione di Adele De Blasi)
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