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recensione un
bacio romantico
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Wong Kar-wai è
uno stilista del cinema.
Il suo stile raffinato
di regista dall’occhio
acuto e lucido su
temi come l’introspezione
umana, la vita di
relazione, le crisi
dei valori tradizionali,
le incertezze del
vivere quotidiano,
si esprime anche in
“ My Blueberry
Night” in maniera
sorprendentemente
sofisticata. La storia
questa volta è
ambientata in una
New York avvolta dall’oscurità
della notte. Un bar
di periferia è
teatro d’incontro
tra Elizabeth (Norah
Jones) e il barman
Jeremy (Jude Law),
che intrigano il tempo
raccontandosi i loro
dispiaceri amorosi.
Allusioni, ammiccamenti,
confessioni, rotture
definitive con un
passato doloroso,
sono tutte storie
presenti nei lunghi
dialoghi tra Jeremy
e Elizabeth, assaporando
una gustosa e colorata
torta di mirtilli
con gelato alla crema.
Tra i due, da sguardi
penetranti |
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e desiderio
di tenerezze,
forse
la nascita
di un
sentimento
d’amore
è
vicino.
Ma Elizabeth
deve
capire
molte
cose
su di
sé,
rielaborare
passato
e presente.
E lo
fa partendo
per
un lungo
viaggio
on the
road
attraverso
gli
Stati
Uniti,
lavorando
come
cameriera,
valida
opportunità
che
le consentirà
di imbattersi
in più
personaggi
con
problematiche
di vita,
sepolte
nell’alcool
o nel
gioco
d’azzardo.
“Un
bacio
romantico”
è
dunque
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una storia
sulla ricerca
del sentimento
dell’amore,
bisogno incondizionato
dell’essere
umano che,
Wong Kar-wai
(come spesso
accade nei
suoi film)
lascia sospeso
in un’atmosfera
d’intesa
platonica,
ma appassionante
e possessiva.
Un film che,
nella quasi
banalità
della storia
narrata, si
distingue
non poco per
la sua finezza
psicologica
e raffinata
suggestione
formale, in
cui storie
raccontate
e narrate,
ambientazione
e personaggi
costituiscono
nuclei drammatici,
con tensioni
e conflitti
interiori,
non risparmiando
forti crisi
morali. D’altra
parte Wong
Kar-wai così
scrive il
suo cinema,
le sue storie.
Situazioni
di vita vissuta
strutturate
su conflitti
e crisi esistenziali,
che il regista
anche questa
volta, come
in “In
the Mood for
Love”
e “
Lady from
Shanghai”,
ci porge con
uno stile
piano e uno
sguardo riflessivo.
Il cinema
di Wong Kar–wai
si caratterizza
per una comunicazione
ottenuta attraverso
una sofisticata
moltiplicazione
di segni,
per unità
d’immagini
e piani logici
d’interpretazione.
Primissimi
piani, dettagli,
campo medio,
angoli di
ripresa, ampie
carrellate
di macchina,
relazioni
tra colonna
sonora e colonna
visiva. Il
messaggio
mediale coglie
e penetra
la percezione
dello spettatore,
attraverso
lo studio
attento delle
tecniche fotografiche,
corporali,
del colore
intenso e
selettivo,
delle scritte
e delle zoommate.
Tutti questi
codici costituiscono
l’essenza
narrante del
cinema di
questo grande
maestro, quasi
sempre copresenti
in una stessa
inquadratura
o sequenza,
da generare
un complesso
armonico di
tipo polisemico.
“Un
bacio romantico”,
presenta tutto
questo. E
nell’insieme
anche una
struttura
narrativa
lineare. L’unico
neo rilevabile,
è forse
la mancanza
di tensione,
auspicata
dalla collaborazione
nella sceneggiatura
del giallista
Lawrence Block,
che avrebbe
reso più
omogeneo il
lavoro nel
suo insieme,
non penalizzandolo
nella coerenza
delle sequenze.
La fotografia
di Darius
Khondji è
semplicemente
spiazzante.
Come magistrale
ed avvincente
è l’interpretazione
di Natalie
Portman. “Un
bacio romantico”,
forse non
è il
massimo per
Wong Kar-wai.
Ma quel bacio,
il bacio che
conclude il
film, nella
sua eterea
raffinatezza,
dischiude
un mondo di
tenerezze
amorose, filtrate,
magicamente,
attraverso
la parete
di vetro del
bar, luccicante
di scritte
colorate.
(recensione
di Rosalinda
Gaudiano
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bacio romantico"! |
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