ma è interessante, ovvero quella di un'anomalia genetica del protagonista che gli permette di viaggiare nel tempo (e di qui, tutte le complicazioni che un'alterazione del genere comporta), a mancare forse è la scelta di riportare quest'originalità anche sul piano tecnico. Una fotografia impersonale e una regia quasi assente finiscono col rendere banale quella che, è vero, è fondamentalmente una storia

d'amore; ma che avrebbe potuto senz'altro essere sviluppata meglio. Rachel McAdams, nei panni di Clare, la donna del protagonista (Eric Bana), dà il meglio di sé nel cercare di dare profondità al suo personaggio - vera chiave del film - ma non è purtroppo sostenuta da una buona sceneggiatura. Così il tempo, quel tempo di cui il protagonista sembra prendersi gioco, ma che invece sfugge in continuazione costringendo i due a costruire la loro relazione su assenze e ritorni improvvisi, nel film risulta soltanto un susseguirsi di episodi simili gli uni agli altri, privi di intensità drammatica (sempre che fosse quello l'obiettivo perseguito) e carichi invece di lacrime da soap. Si rimanda al libro, non un capolavoro ma senz'altro con qualcosa in più.