ULTIMATUM ALLA TERRA
 
locandina ultimatum alla terra

recensione ultimatum alla terra

 
Le perplessità eran nell'aria già dal trailer, accolto da più di un (lecito) pregiudizio ma l'onestà intellettuale vuole che si accolgano le novità scevri da cattivi pensieri e pronti a farsi sorprendere. Non è questo il caso. Il remake di "Ultimatum alla Terra" parte con le migliori intenzioni. I primi trenta minuti sono permeati della giusta dose di apocalisse ineluttabile, del disvelamento centellinato dell'alieno Keanu Reeves, qui nel suo elemento attoriale ideale. Astratto, controllato, estraneo e impermeabile alle meccaniche umane. Il Robot guardaspalle Gort, gigante composto da lucide molecole assassine (cenere alla cenere e polvere alla polvere) è un futuristico Polifemo androide nonché latore di distruzione senza ripensamenti. Entrambi guardano alla popolazione umana come a degli scarafaggi evoluti  
 
che si muovono in un ambiente ricco e prezioso ma in grado solo di depredarlo e incapaci di instaurare un rapporto di sana convivenza e equilibrio. Senza invocare scioccamente l'intoccabilità dei grandi classici, che senso ha riprendere le vicende all'alieno Klaatu - nell'originale non vi erano risposte, solo domande e si chiudeva con l'annunciazione del messaggio cosmico "noi vi spazzeremo dall'uni-   recensione ultimatum alla terra
verso, la nostra polizia extraterrestre vi sorveglia, a voi la scelta di deporre le armi o perire" - esplicitando la minaccia e mostrando la propria ira funesta "perché io sono qui per salvare la terra non gli esseri umani"? Salvo poi cambiar idea come il fulmine al primo soffio di comunanza umana tra due estranei, seppure abbiamo in dote gli occhi verdi irresistibili di Jennifer Connelly, scienziata illuminista e matrigna del piccolo Jadem Smith, bambino fino alla crudeltà estrema? Da sottolineare la trasformazione del personaggio del ragazzino: nell'originale era ambasciatore di conoscenza; nel remake, un piccolo giuda detestabile. Saran inezie ma dalle labbra del Visitatore non escono nemmeno le famose parole "Klaatu barada nikto". Forzando la mano è come se Terminator non salutasse più con "Hasta la vista". Un vero spreco annegare la trama nella melassa della retorica dell'abbraccio all'ultimo minuto. Gran sfoggio di effetti speciali ben orchestrati e di riferimenti biblici: dalle sfere/navicelle arche di salvezza, sino all'immagine del papa attuale (il vero sussulto di paura in sala). In ultima istanza, considerato come la razza umana gira e scrive certi film, la polizia cinefila interplanetaria dovrebbe sterminarci tutti. Subito.


(di Daniela Losini )


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