U2 3D
 
locandina U2 3D

recensione U2 3D

 
Per girarlo, il produttore 3D digitale Steve Schklair, ha sequestrato quasi tutte le telecamere digitali Sony F959 Cinealta. Ben diciotto: praticamente l'intera disponibilità mondiale. Centoquaranta spiderman, tecnici che si arrampicano, montano, svitano, smontano: velocissimi. Niente storyboard, a parte l'apertura dei cancelli iniziale e una corsa verso il palco di una giovane fan. Oltre 100 ore girate in immagini stereoscopiche digitali per ricavare 85 minuti di film, U2 3D, il primo film musicale in 3D che, nelle parole di Jon Shapiro (produttore insieme al fratello Peter) dovrà essere "una lettera d'amore ai fan degli U2". La carta e l'inchiostro ce lo mette una nuova, avanzatissima tecnologia 3D. Ma le parole d'amore e il cuore ce li mettono loro, i "fabulous four" di Dublino: Bono Vox, The Edge, Adam Clayton, Larry  
 
Mullen Jr. Ti prendono per mano e, grazie al 3D, ti fanno sostare sul loro palco, tra di loro. Quasi ti scansi per evitare l'urto con il basso di Adam. Poco distante la pedaliera di The Edge, pronta a trafiggerti con milioni di guizzanti aghi sonori. E poi Bono, che ti balla intorno, ti guarda, ti accarezza. E tu sei lì. Tra le centinaia di migliaia di ragazzi che hanno affollato gli stadi di Città del Messico, San Paolo, Santiago e Buenos Aires   recensione U2 3D
durante il "Vertigo Tour" 2006. Il miracolo avviene: l'irriproducibilità di un concerto live diventa riproducibile, con le stesse emozioni. Quasi stupisce non sentire l'afrore del proprio corpo e di quelli di migliaia di ascoltatori, che sono lì a saltare e cantare affianco a te. La regia di Catherine Owens - occhio pensante degli U2, autrice dei contenuti visivi dei loro tour - ti concede il dono dell'ubiquità: sopra i piatti di Larry, tra le mani dondolanti del pubblico, sotto al palco, con Bono a due passi. Ma il pregio più apprezzabile di U2 3D è che, con tutto il suo armamentario tecnologico, sa farsi da parte, e lasciare spazio alle vere protagoniste: la musica e le canzoni, diffuse in un cristallino 5.1 surround. Si parte con Vertigo e poi la struggente New Year 's Day, dalla bellezza ancora intatta, dopo 27 primavere. A seguire, un triplice tuffo in avanti: nei successi più recenti di Beautiful Day, Sometimes you can't make it on your own e Love and peace. Arrivano anche la scarica di adrenalina di Sunday bloody sunday e gli urli strazianti e profetici della chitarra di Edge su Bullet the Blue sky. Impossibile evitare le lacrime, quando Bono intona in italiano, con un accento da Temple Bar, le strofe di Miss Sarajevo che, una volta, erano sullo spartito di Lucianone Pavarotti, grande amico degli U2. Benedici il Cielo che la stessa overdose di emozioni toccherà ad altri come te, in 38 paesi del mondo, dove il film verrà distribuito. Scopri che puoi farlo, letteralmente, grazie alla corona rosario di Bono appesa al microfono: basta che allunghi una mano. Si plana con le ali delle telecamere sull'onda delle mani del pubblico. Le luci delle migliaia di cellulari tesi in alto ti guidano verso "casa": le sonorità famigliari di Pride, Where the streets have no name, One, The Fly, With or without you. La notte di Buenos Aires diventa anche la tua. E vorresti che l'alba non arrivasse mai.

(di Daniele Piccini)


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