TUTTI PER UNO - RECENSIONE
 
locandina tutti per uno
Locandina "tutti per uno"

tutti per uno - recensione

 
Ironico e crudele. I rimproveri più aspri al presidente Sarkozy sulla sua politica ostracista nei confronti degli immigrati vengono dal retro di casa sua: dalla cognata Valeria Bruni Tedeschi, sorellona di Carlà. La BT senior, attrice, sceneggiatrice e regista, seconda italiana più famosa di Francia dopo la première dame, cavalca i rumors contro i respingimenti dei sans-papier firmati Sarkozy e semina zizzania con "Tutti per uno", il film di Romain Goupil di cui è co-autrice e protagonista. Una pellicola insieme semplice e concettosa, scarna e ridondante: un francesismo cinematografico in piena regola. Dal futuristico 2067, la cecena Milana va col ricordo agli anni della prima infanzia: giochi di strada, risate e burle innocenti. Finchè la mano nera della politica sarkoziana, smaniosa di compiacere l'estrema destra e di recuperare  
 
consensi avallando il malcontento storico nei confronti degli immigrati, spegne sorrisi e speranze: Milana, arrivata a Parigi a tre anni senza documenti, è nel mirino di una nuova burocrazia rapace che insegue e rimpatria i clandestini. Ma la Francia più nobile e illuminata, nella persona degli amichetti di Milana, si muove in sua difesa, nascondendo la piccola in casa di un compagno di scuola e inscenando una finta   recensione tutti per uno

sparizione a beneficio dei media. Il grosso limite del film di Goupil, altrimenti mosso dai più ammirevoli principi e confezionato con quella rudezza lieve propria della tradizione d'Oltralpe, è il focus retrospettivo, l'amplificazione marcata del presente resa attraverso il salto temporale. La cronaca di un Paese (realmente) minacciato dalla giustificazione politica della xenofobia, pervaso da sentimenti neo-razzisti che ne inquinano la fama di nazione multietnica e tollerante, sarebbe forse stata più incisiva e meno retorica se raccontata in piano, senza acrobazie cronologiche o echi nostalgici alla Anna Frank. Detto ciò, "Tutti per uno" resta una discreta prova di cinema engagé , che lancia strali al potere parlando di gente comune, tessendo storie di ordinaria infelicità. Il regista Goupil dimostra di sapere che sono i nostri simili ad avvincerci: le pasionarie vicine di pianerottolo, come la bella Bruni Tedeschi. Se poi al viso giusto abbini una parentela scomoda, il caso è nato. E noialtri si va al cinema per un motivo in più: partecipare a distanza a una succosa diatriba familiare.


(recensione di Elisa Lorenzini )


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