di dostoevskijana memoria ma di un'attualità certamente non fuori luogo. Questo film di Vincenzo Terracciano è una commedia sul vizio del gioco, dagli amari risvolti, dove spesso l'ironia o il sorriso lasciano spazio al dramma e alle inquietudini di una piccola famiglia che vive in una Napoli medio-borghese dai tratti neorealistici e caratterizzata dalle tipiche sfumature del costume partenopeo. Ma su tutti emerge la

figura di Franco, il vero mattatore della scena. Il suo ruolo è interpretato da un ottimo Sergio Castellitto che conferma la sua bravura e la sua poliedricità, vestendo in questo caso i panni di un uomo incosciente, sornione e bonario ma privo di quel minimo di assennatezza che gli impedisca di trascinare la propria famiglia nel vortice del tracollo economico ed esistenziale. In più, la bravura dell'attore Castellitto non offusca o mette in cattiva luce quella dei suoi comprimari, specialmente la figura della moglie, interpretata da una Martina Gedeck mai troppo sopra le righe, benché sempre più consapevole della tragedia in atto all'interno della propria famiglia. Da ricordare, infine, le musiche di Nicola Piovani che regalano una forte suggestione emotiva alla storia, accentuando la malinconia che spesso accompagna le debolezze e le sventure umane.