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Con il suo terzo film, "Tra le nuvole", Jason Reitman, regista nominato agli Oscar per l'intenso e controverso "Juno", pesca ancora nelle profondità dell'esistenza, svelando quanto spesso le sue fondamenta possano essere fatte di Nulla. Ryan Bingham (un George Clooney che impiega al meglio tutti i registri attoriali di cui dispone) ha una vita schifosa e fa un lavoro ancora più schifoso: vola da una città all'altra degli Stati Uniti 322 giorni all'anno, per licenziare personale in eccesso nelle aziende. Vive in asettici hotel a cinque stelle e negli aeroporti. Persino il suo nome di battesimo ricorda quello della nota compagnia low cost irlandese. Nessun amico, e quasi nessun contatto con le due sorelle. La parola "casa" per lui non ha alcun senso: il suo monolocale in affitto ad Omaha è vuoto, privo di vita. Nessuna relazione stabile con una |
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donna, nessun desiderio di farsi una famiglia. Di tanto in tanto tiene delle conferenze per trasmettere agli altri la sua filosofia
dell'esistenza: che le relazioni umane e tutti gli oggetti che ne costituiscono il necessario contorno - auto, casa, mobili - sono una zavorra inutile, un fardello che appesantisce lo zaino della vita e rende solo più faticoso l'andare. Meglio allora vivere liberi come l'aria, tra le nuvole. Del resto il suo unico scopo |
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esistenziale è raggiungere il traguardo delle 10 milioni di miglia consumate in volo. L'anestetica torre d'avorio che Ryan si è costruito, rischia però di essere scossa da alcuni contrattempi. Una giovanissima e rampante collega, Natalie Keener (Anna Kendrik), scopre che licenziare la gente "di persona" comporta enormi costi aziendali per alberghi e biglietti aerei. Meglio farlo per videoconferenza. Se questa rivoluzione si compisse, le fondamenta stesse della vita di Ryan ne sarebbero pericolosamente minacciate. Niente più viaggi in aereo, niente più alberghi, nell'orizzonte di Ryan si profila il contorno di un incubo: mettere radici. Ryan inizia così un lungo viaggio di lavoro insieme a Natalie per dimostrarle i vantaggi del "vecchio" metodo. Ryan nel frattempo si è innamorato di un'altra viaggiatrice con il suo stesso stile di vita, Alex (Vera Farmiga), e inizia a convincersi che per lei sarebbe anche disposto a cambiare vita. Da qui in avanti la pellicola di Reitman diventa Bildungroman (romanzo di formazione): le vite dei personaggi vengono decostruite e ricomposte. Il destino si prende le sue rivincite. Reitman costruisce una solida e convincente struttura narrativa, che gli attori (George Clooney, Vera Farmiga, Anna Kendrik) contribuiscono a confezionare con misura e talento. Anna Kendrik, per "Up in the air", ha infatti già meritato il premio per la "miglior attrice non protagonista" della National Board of Review, Clooney quello come "miglior attore" e la pellicola il premio come "miglior film". Il riconoscimento, da molti considerato un'anticamera per l'Oscar, è ben meritato. Il regista canadese maneggia con sicurezza i diversi orditi del film, fino a intrecciare una trama ricca e dalle tinte coinvolgenti. Nei viaggi di Ryan tra Miami e Chicago, tra Dallas e San Francisco, tra Detroit e Omaha, "Tra le nuvole" mostra le molte, possibili rotte da tracciare nella mappa della vita e chiede conto allo spettatore delle sue traiettorie. Lo invita, con la gentilezza e la profondità delle nuvole, a rallentare la velocità di crociera per un paio d'ore e a riflettere sui crocevia, sugli incontri, sui punti di partenza e di arrivo, sui porti e sugli ancoraggi, sui vicoli ciechi della propria vita.
(di Daniele Piccini )
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