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TI
ODIO, TI LASCIO, TI... |
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ti odio, ti lascio,
ti... recensione
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Buon successo di pubblico,
ma non di critica,
per questa opera che
ha raggiunto il primo
posto del box office
negli Stati Uniti
alla sua prima settimana
di uscita e che vede
recitare per la prima
volta insieme i due
neo-fidanzati Vince
Vaughn & Jennifer
Aniston. Si è
voluto realizzare
un “Chi ha paura
di Virginia Woolf”
o una “Guerra
dei Roses” (tanto
per citare due celebri
esempi di film che
parlano del disfacimento
e della distruzione
di un rapporto amoroso)
in chiave di commedia,
commedia che alterni
momenti seri e non
(alla Woody Allen).
Ma l’operazione
non può dirsi
riuscita, tutt‘altro.
Il film è eccessivamente
verboso, molto somigliante
a una delle tante
soap-opera che le
tv ammanniscono quotidianamente,
poco coinvolgente
e interessante: difetta
la sceneggiatura (che
ha anche il demerito
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di presentare
troppe
situazioni
poco
verosimili),
assente
una
qualsivoglia
alchimia
tra
Vince
Vaughn
e Jennifer
Aniston.
Si è
realizzato
un perfetto
equilibrio,
al negativo,
tra
parte
comica
e parte
seria:
la prima
è
priva
di umorismo
e di
ritmo,
la seconda
è
noiosa
e superficiale.
L’unica
cosa
positiva
di “Ti
odio,
ti lascio,
ti…”
(orrida
traduzione
dell’originale
“The
Break
Up”)
è
il cast
stellare
di attori
in ruoli
secondari
(formano |
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la famiglia
e gli amici
dei due protagonisti,
pronti a dare
consigli e
direttive
da ogni possibile
prospettiva
e angolazione):
funzionano
al massimo,
come sempre,
le prestigiose
presenze di
Judy Davis
e Ann-Margret.
Peyton Reed,
regista di
film non memorabili
come “Ragazze
nel pallone”
e “Abbasso
l’amore”,
non ha saputo
creare qualcosa
di originale
e innovativo
nel raccontare
una vicenda
vista mille
volte sullo
schermo, imperniata
su due persone
che si amano
ma che si
trovano ad
un punto in
cui è
impossibile
comunicarselo:
si è
semplicemente
messo a servizio
dei due giovani
divi che occupano
perennemente
(o quasi)
lo schermo
ma senza avere
il carisma
necessario
per simile
operazione.
Bella la fotografia,
belle le location
(benché
gli esterni
siano molto
pochi, qualcuno
ha detto che
il film, in
fondo, è
una lettera
d’amore
per Chicago).
(di Leo
Pellegrini
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odio, ti lascio,
ti..."! |
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