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recensione ti dò i miei occhi
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"Ti do i miei occhi", presentato alla rassegna cinematografica dedicata alle donne registe e organizzata dall'Istituto Cervantes di Roma, parla di un dramma familiare, difficile da comprendere, e ancor di più da spiegare a parole. Testimone degli eventi una Toledo bella, discreta e indifferente, in cui la vita continua a scorrere tranquilla e il sole a splendere. Pilar è una donna incapace di reagire ai continui maltrattamenti del marito, Antonio, perché in fondo lo ama davvero. La fuga temporanea è però inevitabile, al fine di evadere da un clima ormai insostenibile e garantire serenità al piccolo Juan. Da questo momento Antonio cercherà di riconquistare la moglie, ma i sofferti tentativi di ritrovare una dolcezza quasi svanita e ormai troppo fugace si scontreranno con la presenza minacciosa della violenza, |
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sempre dietro l'angolo. Una violenza che fa più male, come scoprirà alla fine del film la stessa protagonista, quando è morale prima che fisica, quando annulla la fiducia e il rispetto tra due persone che credevano di conoscersi davvero. La pellicola di Iciar Bollain denuncia un male sociale attuale e terribile; nonostante la società promuova l'emancipazione femminile e le pari opportunità, continuano ad esistere contesti |
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familiari in cui la femminiltà viene schiacciata dalla forza selvaggia, in cui la realtà è quella di un'inerme rassegnazione davanti a quello che sembra un destino ineluttabile. "Ti do i miei occhi" è un film femminile, ma ha il pregio di non trascurare la prospettiva dell'uomo, di colui che offende. Antonio ci è rivelato nella sua insicurezza cronica, intrecciata ad un passato oscuro e complesso. Tuttavia, pur senza abbandonarsi a facili giudizi, evitando di tracciare una grossolana spartizione tra il bene e il male, la Bollain sta con la protagonista, la sostiene con orgoglio, gioendo allorquando decide di partire per esprimere a pieno le sue potenzialità e per raggiungere quella libertà tanto agognata. Il riscatto è compiuto: quella debolezza apparente forse era solo un amore cieco e inconsapevole. Cosa ne sarà di Antonio? Il finale non lo rivela..lasciandoci con una Pilar più matura, ora in grado di guardare davanti a sé. Un film denso, crudo, doloroso, impreziosito dall'interpretazione struggente di Laia Marull e Luis Tosar.
(di Lucio De Candia)
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