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THE TREE OF LIFE - RECENSIONE |
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Locandina "the tree of life" |
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the tree of life - recensione
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Una palla incandescente anima l’atmosfera. Padre! Madre! Fratello! Una voce off fa da filtro interpretativo, connette le trame significative che attraversano i molti codici presenti contemporaneamente nel linguaggio cinematografico di Terrence Malick. Il mondo si genera con forze violente, la vita anima la terra: animali, piante, l’umanità. Una sinfonia di luce, di colori, di ogni meraviglia e grazia del creato, di musica e dolore sono i codici che compongono lo scontro tra il linguaggio verbale e quello iconico in “The Tree of Life”. Terrence Malick, in questo suo ultimo lavoro di regia e sceneggiatura, emancipa in linguaggio iconico, sviluppa in una poetica trascendente i dialoghi e
il commento esterno, inserisce autorevolmente il codice musicale che accompagna per affinità o contrasto la molteplicità dei codici visivi. Siamo nel |
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Midwest, anni cinquanta. I coniugi O'Brien, la signora
(Jessica Chastain) ed il signore (Brad Pitt) si amano e la loro unione viene allietata dalla nascita di tre figli maschi. Ed è attraverso la sensibilità delle esperienze della vita del primogenito Jack (Hunter McCracken-Sean Penn), che Malick racconta il mondo, la vita di ogni cosa presente nel creato, organizzando una storia possente e visionaria, in una trama che |
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connette la fede nel Creatore, la brutalità degli eventi, la luce del sole filtrata attraverso foreste di alberi secolari, le acque che sgorgano da montagne, il mare infinito, il fuoco e le esplosioni di meteoriti e la dolcezza di un'umanità che avanza, che nasce e che muore, che prega, che spera, che si danna, sorretta ed animata dalla sua intrinseca forza vitale. Malick racconta la storia della vita, in tutte le sue espressioni, avviluppando il racconto nella sublimità di una sinfonia celestiale, i cui movimenti sono scanditi dalle bellezze del creato, dai volti umani che soffrono, gioiscono, crescono, come il volto di Jack O‘Brian, mortificato dalla durezza dei rimproveri di suo padre, allietato dall'amore di sua madre, addolorato dalla prematura morte del fratello. “The Tree of Life” rappresenta momenti primordiali, caotici e sconosciuti all'immaginazione umana. In una polisemia di forze di senso e orchestrazione di linguaggi visivi che affascinano e disorientano, Terrence Malick centra il difficile ed ambizioso bersaglio riuscendo, nelle tante possibili chiavi di lettura, a comporre il messaggio dell'amore, della speranza, del bene e del male, sentimenti e forze che hanno creato il mondo e nel mondo si alternano
senza tempo e senza spazio. La fotografia, affidata a Emmanuel Lubezki, sconvolge per le tecniche d'avanguardia e la caratteristica dello stile. Malick, cinque film in quasi quarant'anni, entra a pieno titolo nella leggenda cinematografica: un regista cult per eccellenza di idee, di inventiva e di forza creativa. Ed anche questo suo ultimo “The Tree of Life” non smentisce la sua geniale bravura e la sua arte maniacale registica.
(recensione di Rosalinda Gaudiano )
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