RECENSIONE - THE SOCIAL NETWORK
 
locandina the social network
Locandina "The Social Network"

recensione - the social network

 
Facebook. In soli sei anni ha cambiato le dinamiche sociali di mezzo mondo ed è diventato il più grande fenomeno in Rete dopo Google. 500 milioni di persone in tutto il mondo che comunicano, costruiscono o distruggono relazioni tramite un unico sito web. Questo, però, non è l'argomento del film di cui stiamo parlando, ma al massimo il soggetto di Feisboom, film italiano del 2009. The Social Network, invece, è prodotto negli Stati Uniti e reca la firma di David Fincher, un signor regista che ha realizzato film come Fight Club, Se7en e Il curioso caso di Benjamin Button e che non avrebbe realizzato un film su Mark Zuckerberg e la sua impresa, se non avesse letto la sceneggiatura di Aaron Sorkin (Codice d'onore, La guerra di Charlie Wilson). Una sceneggiatura a orologeria che trasforma la vicenda  
 
dell'inventore di Facebook in una grande tragedia dei nostri tempi: "I temi del film sono stati esplorati ampiamente dagli autori del passato: si parla di lealtà, di amicizia, di potere, denaro, invidia, stato sociale e gelosia." Dichiara Sorkin e, con modesta ironia, aggiunge: "È una storia che se Eschilo fosse vivo oggi, l'avrebbe scritta lui. Shakespeare l'avrebbe scritta, o forse Paddy Chayefsky. Per mia fortuna nessuno di   recensione the social network
questi personaggi era disponibile così ho avuto modo di scriverla io". Per una volta non ci viene da rimpiangere i grandi drammaturghi di un tempo, perché Sorkin riesce a trasformare l'avventura del più giovane miliardario del pianeta in una storia tragica, comica ed in qualche modo epica, facendo emergere in modo dialettico le contraddizioni di questo antieroe moderno, i suoi successi e il caro prezzo che ha dovuto pagare. Ora torniamo al punto da cui eravamo partiti, il tema del film: Sorkin e Fincher si interessano poco o nulla a come Facebook abbia cambiato le nostre relazioni sociali o più in generale a Internet, la storia che ci raccontano parla dei vizi e delle virtù del genio - in senso lato. Da una parte il protagonista (interpretato dal venticinquenne Jesse Eisenberg , che ha già una filmografia lunga e variegata, ma di cui questo film è probabilmente la prima grande occasione) raggiunge un debordante e in parte inaspettato successo professionale, dall'altra parte perde tutte le relazioni che per lui erano state importanti. Il che conferisce alla sua vita un che di ironico, perché proprio colui che ha intuito un nuovo modo di creare relazioni, ha degli evidenti problemi relazionali. Estremamente competitivo in qualsiasi ambito della sua vita, orientato all'obiettivo, ma al contempo logorato dai propri problemi personali, Mark incarna con la sua storia di proporzioni mitiche i punti di forza e le debolezze di una generazione sempre divisa tra la personale scalata al successo e la innegabile porzione di emotività. Lo sforzo dei realizzatori del film è stato quello di raccontare i vari punti di vista che compongono questa storia, descrivendo il personaggio principale anche attraverso altri sguardi, tra i quali risulta particolarmente rilevante quello dell'ex migliore amico del protagonista, Eduardo Saverin (nella finzione l'attore Andrew Garfield, che abbiamo già visto in Parnassus - L'uomo che voleva ingannare il Diavolo e in Leoni per Angnelli ). Come spiega il regista: ""In qualche modo The Social Network è una vecchia storia, un classico scontro per cui è necessario valutare i vari punti di vista. Quello che però è molto interessante è che nella storia si evita di schierarsi con qualcuno. Non lo facciamo cercando di ricreare ogni dettaglio, ma ricreando gli eventi dalle diverse prospettive." Un puzzle di interpretazioni da cui esce un affresco contemporaneo lucido e avvincente, che emoziona, stupisce e affascina.

(recensione di Maria Silvia Sanna)


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