THE SENTINEL
 

the sentinel recensione

 
Tratto da un romanzo i cui diritti sono stati acquistati ancor prima che fosse scritto, e sceneggiato da George Nolfi – in passato brillante studente di politica internazionale alla Princeton University – “The sentinel” è una Spy Story in piena regola che non deluderà gli appassionati del genere. L’agente dei servizi segreti Pete Garrison (un Micheal Douglas in gran spolvero), dopo l’assassinio di un collega (impersonato dallo stesso regista Clark Johnson), sospetta dell’esistenza di un complotto per far fuori il Presidente, della cui protezione è diretto responsabile. Per la prima volta in 141 anni di storia c’è una talpa all’interno dell’intelligence americana e Pete è deciso a scovarla ad ogni costo. Avere una relazione con la First Lady non è però un segreto da poco e non ci vuole molto per incastrare il nostro agente, facendolo passare per il sospet-  
 
tato numero uno. La fuga è l’unica soluzione per trovare la vera talpa e scagionarsi, ma sottrarsi ai servizi segreti non è facile per nessuno e Pete dovrà fare i conti con l’amico-nemico David Breckinridge (Kiefer Sutherland) e con la talentuosa novellina Jill Marin (Eva Longoria). “The sentinel” è quello che si definisce un thriller politico, a metà strada tra il film di spionaggio (ricordiamo l’inarrivabile capolavoro hitchcockiano  
“Notorius”) e l’action movie. Un film di genere, dunque, e perciò dotato di regole interne del tutto autosufficienti, dove predominano tensione, conflitti virili, complotti e suspense. Qui tutto è al suo posto; i dettami del genere sono rispettati fino in fondo e, di conseguenza, il film complessivamente funziona. Lo spettatore, ben consapevole che gli viene fornito un prodotto perfettamente tagliato su di lui - esattamente come succederebbe con un rasoio –, non potrà che precipitarsi al botteghino e contribuire alla fortuna della accoppiata cinema-marketing, d’altronde in auge fin dalla nascita della settima arte. Niente moralismi, solo un po’ di sano pragmatismo con un briciolo di (auto)ironia. Un unico avvertimento. Attenzione a non andare a vedere questo film con persone troppo fuori target, in particolare le esponenti del gentil sesso. O per lo meno assicuratevi che la vostra compagna non sia troppo sensibile al problema del sessismo nei luoghi di potere. Potrebbe non gradire la soggettiva del fondo schiena della ex “Desperate housewife” Eva Longoria, neoassunta ai servizi segreti a cui viene suggerito di ‘limitare’ la propria femminilità per non provocare reazioni spiacevoli.

(di Marco Santello )

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