THE ROCKER IL BATTERISTA NUDO
 
locandina the rocker il batterista nudo

recensione the rocker

 
Il rock non morirà mai! Il rock è vita, il rock mantiene giovani, il rock è uno stato mentale. Altro che genere musicale. Il rock è una filosofia. Vivi al massimo, muori giovane e lascia di te un bel cadavere. Chi tradisce un amico non è rock. Chi scende a compromessi non è rock. Chi non insegue la proprie passioni non è rock. Chi non crede ai sogni non è rock. Chi non crede ai miracoli non è rock. Perché il rock è verità. Il rock è essere se stessi sempre anche quando tutto intorno ti dice di cambiare, di tagliarti i capelli, di trovare un lavoro, di crescere, di adeguarti, di mettere la testa a posto, di rassegnarti. E’ rock Robert Fishman detto Fish nonostante la pancia, la faccia da coglione e un bilancio esistenziale fallimentare. Scaricato 20 anni prima dalla sua vecchia band, I Vesuvius, proprio alla vigilia del grande successo  
 
(un po’ come avvenne per il primo batterista dei Beatles, Pete Best che qui compare in un cameo nei panni di se stesso), ora Robert Fishman detto Fish è un patetico impiegato depresso. Ma loro hanno tradito, lui no. E il rock non perdona. Perché il sacro fuoco del rock ancora brucia sotto i tizzoni spenti e non aspetta altro che una scintilla per esplodere e concedergli una seconda, apparentemente più   recensione the rocker il batterista nudo
che improbabile, possibilità. Perché il rock è giusto e se è giusto allora tutti i nodi devono venire al pettine. Diretto da Peter Cattaneo, che tutti ricorderanno per “Full Monty”, “The rocker” (velo pietoso sul solito sottotitolo italiano idiota) è un inno alla vita, semplice, spontaneo, sincero, bislacco. Irregolare ma con una coerenza di fondo. Dalla morale scontata perché ferrea ma senz’ombra di retorica o pacchianeria, solo una sceneggiatura naif simile ad una favola e qualche veniale caduta di stile che scompare di fronte ad un colonna sonora, parte integrante del racconto, letteralmente trascinante, fatta di pezzi originali che incantano già al primo ascolto. Potere del rock e del sogno “bigger than life”che incarna. Protagonista è Rainn Wilson (famoso negli USA, meno da noi), un Jack Black in miniatura che interpreta il ruolo con carica demenziale notevole senza però eccedervi oltremisura, scongiurando così facendo il rischio di catalizzare su di sé, e in maniera forse troppo superficiale, tutto l’interesse del film e per il film (cosa che per Jack Black sarebbe stata impossibile). Come per “School of Rock” e “Tenacious D” la parola d’ordine rimane sempre la stessa: rock and roll!!! E adesso tutti a comprare il cd dei nuovi A.D.D.


(di Mirko Nottoli )


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