THE INVISIBLE
 

recensione the invisible

 
Non c’è molto da dire su l’ennesimo film che tratta del paranormale tentando di rimanere ancorato a successi come “Il sesto senso” (i produttori sono gli stessi), senza riuscire però ad allontanarsi dalla banalità di una storia che il regista David S. Goyer non riesce a trattare in modo originale né intrigante. Il protagonista è un giovane di belle speranze e dal futuro promettente, Nick (Justin Chatwin), che una notte viene assalito e brutalmente pestato fino a essere creduto morto e come tale nascosto e abbandonato. Ma Nick ritorna tra i vivi e presto si accorge di essere invisibile a tutti, circostanza che in un primo momento lo sconvolge ma che poi si trasforma nell’unica speranza di tornare vivo tra i vivi dopo aver risolto il mistero che avvolge la sua presunta morte. Ma il tempo a disposizione non è illimitato, se  
 
allo scadere non avrà risolto il caso la sua dipartita sarà definitiva. Nick si trasforma in una sorta di detective che deve risolvere un caso di omicidio essendo allo stesso tempo la vittima. Nel tentativo di fondere il paranormale con i drammi esistenziali di giovani poco più che adolescenti, il regista finisce per banalizzare il tutto, nonostante la buona volontà degli attori tra i quali, oltre allo stesso Chatwin che ricordia-  
mo nel ruolo del figlio di Tom Cruise in “La guerra dei mondi”, si notano Marcia Gay Harden nel ruolo della madre e Margarita Levieva nel ruolo di una ragazza un po’ instabile che sarà fondamentale per la soluzione del caso. “Invisibile” si avvale della debole la sceneggiatura di Mick Davis e dello scenografo Carlos Barbossa, autore delle scenografie di “Lost”, serial televisivo di gran successo. Le platee estive non sono in genere affollate e non crediamo che questo film possa agire in controtendenza, anche se non ce la sentiamo di affermare che “Invisibile” sia proprio inguardabile. È semplicemente debole.

(recensione di Claudio Montatori )

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