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Kevin Costner dovrebbe
saperlo: quando s’accosta
all’acqua (vedi
“Waterworld”),
son dolori. Questa
volta indossa la divisa
della Guardia Costiera,
corpo speciale dedicato
al salvataggio in
mare aperto e affini
(ultime nobili imprese
reali: Katrina ad
esempio). E’
un pluridecorato capitano
di squadra sulla via
del ritiro e un uomo
dalla vita affettiva
incerta: più
del dialogo matrimoniale,
poté il cicalino
per le emergenze.
Dopo una tragedia,
finisce ad insegnare
all’Accademia.
Dal gruppo di reclute,
emerge un giovane
nuotatore con trauma
regresso (Asthon Kutcher),
la testa calda talentuosa
sulla quale puntare
futuro e insegnamenti.
Battute strasentite:
“May Day, May
Day!” “Ce
la faremo!”
“Mammolette!”
“Non mollate!”,
svolgimento stravisto
durante il training
dei novellini (esiste
una filmografia esaustiva
del filone e |
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senza
scomodare
titoli
eccelsi
o conosciuti,
citiamo
l’italico
“Soldati
- 365
giorni
all’alba”)
coi
soliti
personaggi
da ammaestrare
o educare
(un
soprannome
per
tutti?
“Ringhio”),
consolatoria
cerimonia
del
diploma
dei
migliori
e previsto
lancio
in acque
mosse
a testar
limiti
e capacità
sul
campo
d’azione,
svaporata
come
tutto
il resto.
Congestionato
da un
titanica
quanto
incomprensibile
durata,
gioca
scartine
di pathos |
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e risibili
scampoli di
soggetto che
annegano al
primo sbadiglio,
prontamente
richiamato
già
dalla prima
mezz’ora.
Annacqua la
pozzanghera
di lusso (scene
di maremoti
e spettacolari
salvataggi
vanno ad ammararsi
nel tristo
montaggio)
Andrew Davis
(“Il
Fuggitivo”
“Reazione
a catena”)
che riesce
ad aggravare
la situazione
senza saper
mai dove chiudere,
lasciandoci
a boccheggiare.
(recensione
di Daniela
Losini )
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recensione del
film "The
Guardian"! |
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