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the departed -
recensione
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Scorsese torna a Scorsese:
ispirato da una pellicola
di successo made in
Hong Kong “Infernal
affairs”, ri-racconta
in salsa bostoniana
e con l’ausilio
dello sceneggiatore
Will Monaham, quei
bravi ragazzi e quei
cattivi poliziotti.
A farla da padrone
sono la famiglia criminale
– questa volta
irlandese - , le umane
linee d’ombra
speculari dei due
protagonisti e un
crescendo monolitico
e drammatico di straordinario
respiro. Matt Damon
e Leonardo di Caprio
(ottimi tre volte
in recitazione) sono
gemelli in destino:
entrambi orfani di
padre, ameranno la
stessa donna senza
mai saperlo e si fronteggeranno
agli opposti dello
stesso centro. L'uno
è divenuto
poliziotto per infiltrarsi
e proteggere l’anima
nera del boss dall’interno,
(Jack Nicholson, sulfureo
quanto basta, sempre
in allarme eccessività)
mentre l’altro
per le colpe dei padri,
è obbligato
a servire |
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la patria
come
agente
in incognito
e a
trasformarsi
nel
suo
uomo
di fiducia
per
incastrarlo.
Altri
illustri
in parata:
Martin
Sheen
in teatrale
caduta
libera,
Mark
Whalberg
perfetto
ranger
della
retorica,
Alec
Baldwin
nei
panni
del
necessario
politicante
bolso
e compatto.
C’è
tutto:
lirismo,
sfaccettature,
fragilità,
cesari
decadenti
e bruti
traditori.
Ogni
fotogramma
è
intriso
dell’ineluttabilità
delle
vite
destinate
alla
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tragedia.
Più
di un semplice
specchiarsi
nelle ombre
reciproche
dei ruoli
assegnati
nella vita
e nella trama.
C’è
tutto: psicologia
monumentale
e realistica,
santi e cristi
usati come
armi, mefistofelici
colpi di scena.
Passione e
compiutezza.
Delitto, castigo
e nessuna
pietà
e redenzione:
forse si patisce
la maniacalità
della perfezione.
Forse si patisce
che arrivi
la parola
fine. Una
spianata strada
in salita.
E sulla cima,
che panorama,
che vista.
Una pietra
miliare.
(di Daniela
Losini )
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recensione del
film "The
Departed"! |
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