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“The Breed”
(letteralmente “La
razza”) s’inserisce
per merito e contemporaneamente
per demerito nel filone
delle pellicole confezionate
ad hoc per guadagnarsi
l’attenzione
del volonteroso spettatore
di genere. Armato
di pop corn d’ordinanza
e forse, fiducioso,
attende di assistere
per i canonici novanta
minuti a un degno
spettacolino simil/horror.
Si prendano dunque,
un tot di giovincelli
pasciuti e per esigenze
di trama li si sbatta
su un disabitato (forse…)
isolotto lacustre.
Si aggiunga una sottotrama
da fratelli/coltelli
eppoi li si getti
tutti quanti, dopo
due secondi di permanenza
nella casa in riva
al lago, in pasto
a una muta di cani
impazziti (rinsaviti?)
da ignote sperimentazioni.
Il risultato è
una triste replica
del già visto,
sentito e detto. Male
non sarebbe se si
tentassero altre strade
oltre le cialtrone |
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giù
battute
e ritrite.
L’insieme
è
appensatito
ulteriormente
dalla
rancida
e strabordante
farcitura
dei
dialoghi.
Fraseggi
riempitivi
nel
migliore
dei
casi,
deliri
da mentecatti,
nel
peggiore.
Ogni
minuto
qualcuno
dice
“Scappiamo
via!”
per
poi
rimanere
come
una
statua
di sale
a perder
tempo
in futilità
varie
e a
rubar
pazienza
in platea.
Altri,
pronunciano
perle
di saggezza
come:
“Chi
vive
in modo
estremo,
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muore giovane”.
Uau! Wes Craven,
produce e
Nick Mastrandrea
regista/assistente
in prima di
moltissime
pellicole
di successo
e di genere,
imbastisce
le migliori
cose quando
porta i cani
in scena.
Nientre trucchi
al computer
né
effetti speciali
caciaroni
ma solo bellissimi
e stupendi
esemplari
di varie razze,
addestrati
e abbaianti
quanto basta.
Non si sa
bene perché
attacchino
(d’altra
parte un animale
per mordere
un uomo di
ragioni ne
ha sempre
molte) e quando
i mammiferi
bipedi li
maltrattano
per difesa
(?), si tifa
per le bestiole
comunque e
incondizionatamente.
Sino all’ultimo
risolutivo
e correttissimo
fotogramma
finale. E
li chiamano
animali domestici.
(di Daniela
Losini)
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Breed"! |
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