THE BOX
 
locandina the box

recensione the box

 
Una scatola di legno, con un coperchio ben sigillato da una piccola serratura provvista di chiave, che il signor Arligton Steward (Frank Langella) consegna nelle mani dei coniugi Arthur e Norma Lewis (James Marsden e Cameron Diaz). Una scatola provvista di un pulsante che coinvolgerą tragicamente le coscienze dei Lewis se decideranno di spingerlo. Un gesto definitivo, un orientarsi verso la propria ingordigia ed egoismo, oppure soppesare con coscienza e profonda convinzione le conseguenze che con annunciata sicurezza si verificheranno a catena. "The Box" č diretto da Richard Kelly, appassionato della serie televisiva americana "Ai confini della realtą", che trattava storie di vita di persone normali che cambiavano l'iter della propria esistenza dall'incontro con l'ignoto, rendendo credibili eventi impossibili. Nel 1985 questa serie televisiva (definita  
 
fantascientifica, ma che poco aveva a che fare con la fantascienza) propose un episodio, tratto dalla trama di un breve racconto di Richard Matheson, "Button, Button", che parla, appunto, di una scatola, provvista di un bottone che se spinto articolerà una serie di situazioni drammatiche. Kelly ha senza dubbio dato il meglio di sé con il film "Donnie Darko", visione di un'America senza valori, un po' fuori dalla realtà   recensione the box
delle cose vere della vita. E non si può dire altrettanto di "The Box", che prende molto dal fortunato "Dannie Darko", rivelandosi però un lavoro farraginoso, pretenzioso, in una ricerca quasi affannata di un'umanità messa alla prova, dell'emergere dell'eco della coscienza, della paura della morte, della richiesta di supplica incondizionata di una possibile redenzione. I riferimenti allo stile di Alfred Hitchcock e David Lynch sono lapalissiani. L'idea, presa appunto da Matheson, di voler creare una storia su temi che affliggono da sempre l'umanità intera, come il dilemma della coscienza, la vita e la morte e proporre tutto quanto con dovizia scenica ed una valida ed incisiva sceneggiatura, ha intrigato il genio creativo di Kelly, che ha lavorato qualche anno per realizzare questo suo terzo lungometraggio. Ma, a lavoro concluso, "The Box" non riesce a restituire l'intento comunicativo del regista, che in uno slancio di opulenza narrativa, costruisce un prodotto confuso che addirittura stanca, strappando più di una volta soporiferi sbadigli, che, si sa, sono acerrimi nemici di ciò che il cinema definisce: thriller.

(di Rosalinda Gaudiano )


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