TERRA MADRE
 
locandina terra madre

recensione terra madre

 
E' il caso di dire: meno male che esiste il cinema, che ci permette di riflettere, informandoci su problematiche sociali che riguardano il mondo intero. E che, grazie al cinema, un maestro come Ermanno Olmi ci regali ancora momenti di liricità filmica che troviamo tutta racchiusa nel suo ultimo lavoro di regia, il film-documentario "Terra Madre". Olmi ha semplicemente raccolto l'idea di Carlo Petrini (forte sostenitore di un'agricoltura maggiormente compatibile) ed ha diretto "Terra Madre", che deve senz'altro essere considerato film politico ma anche preveggente, che permette di far conoscere a tutti coloro che ancora non sanno, quali sono gli esempi positivi che le Comunità dei contadini di tutto il mondo e i Presidi Slow Food hanno mostrato nel corso del grande raduno Terra Madre 2006 a Torino. Un evento,  
 
quello di Torino, che ha testimoniato la solidale unione a livello mondiale fra tutte le genti contadine. Uomini e donne che nella loro terra ancora resistono all'incalzare di una delittuosa politica di sfruttamento esasperato e devastante dei suoli fertili, unica risorsa per il cibo di tutti i popoli. Una testimonianza che ha abbattuto barriere linguistiche, divisioni ideologiche e frontiere statuali. Il film focalizza singoli casi   recensione terra madre
come pedine di un mosaico che si compone in un unico messaggio universale alle Genti del pianeta, affinché si aprano con convinzione al nuovo Rinascimento: "Vivere con meno", sono le parole pronunciate da Vandana Shiva (Presidente della Commissione Internazionale sul futuro dell'alimentazione e dell'agricoltura) durante il Forum Mondiale "Terra Madre" di Torino. Ed è proprio durante questo Forum Mondiale che Olmi ha dato il via alle riprese del film-documentario "Terra Madre". Da quel Forum, Olmi ha carpito la forza interna del movimento, quel modello di comportamento che è diventato il filo conduttore del suo lavoro. Modelli e comportamenti che l'occhio del Maestro cineasta raggiunge nel depauperamento della terra per le insensate colture intensive, ed anche mostrando la situazione drammatica del subcontinente indiano, dove l'utilizzo delle sementi geneticamente modificate, sono causa di una vera e propria tragedia umana per i piccoli agricoltori che indebitati sono arrivati persino al suicidio. Ormai le Genti del pianeta sono forse ad un punto di degenerazione tale per quel che riguarda il cibo, che senza un'azione solidale comune non potrebbe esserci alcuna possibilità di fare marcia indietro. La lotta si prospetta senz'altro dura, perché duro è combattere contro organizzazioni internazionali che mirano solo al proprio profitto economico. "Terra Madre" non è altro che un invito audace e pacato, dettatoci così dalla stessa voce narrante di Omero Antonutti, ma anche sferzante e convincente sull'inevitabile conciliazione dell'uomo con la natura, con la terra, che genera ogni sorta di frutti, prodotti al fine di un'alimentazione sostenibile. Olmi non si smentisce nella sua carica poetica ed umana, mettendo in primo piano quei soggetti contadini che rappresentano la forza e la dignità nel rapporto genuino con la madre terra, che l'uomo metropolitano ha dimenticato e forse mai conosciuto. Così Olmi colma di poesia e lirismo gli ultimi dieci minuti del film, dove la verbalizzazione è affidata ai silenzi ed ai suoni del creato, al frangersi delle fronde degli alberi nell'aria, allo scalpitio degli zoccoli dei cavalli sul selciato rugoso, mentre un uomo assapora i frutti maturi che coglie direttamente dall'albero ed un bimbo corre carponi nell'erba e raggiunge vittorioso con le sue manine un grappolo di ciliegie, che brillano vermiglie sotto la calda luce solare. E' il ricongiungimento dell'uomo alla sua Terra, è la riconquista di un'identità umana dispersa, una riappropriazione della propria dignità.



(di Rosalinda Gaudiano)


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