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Epico come “The
Blues Brothers”,
recita la locandina.
Ed in effetti questo
film trova chiara
ispirazione nel capolavoro
di John Landis. La
regia qui è
affidata a Liam Lynch,
coautore, assieme
ai due protagonisti,
della sceneggiatura.
Ma non è certo
nel comparto tecnico
il bello del film.
Jack Black, quando
può coniugare
il rock’n’roll
al cinema, sfodera
prestazioni entusiasmanti
(se non avete ancora
visto School of Rock,
fatelo!). E' davvero
a suo agio, il novello
John Belushi, nei
panni dello squattrinato
rockettaro alla ricerca
del successo. In questo
caso, assieme all’altrettanto
indigente Kyle Gass,
l’obiettivo
è ambizioso:
formare la più
grande rock-band del
pianeta. KG e JB,
dopo un inizio con
qualche diffidenza,
diventano amici e
decidono di fondare
una band (a voi il
piacere di scoprire
da dove provenga il
nome) e si esibiscono,
con |
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scarsi
risultati,
in un
locale
di terz’ordine
che
ospiterà
da lì
a poco
una
gara
che
dovrebbe
spianare
la strada
del
successo
ai due
corpulenti
rocker.
La svolta
nella
storia
avviene
quando
i due
si accorgono
che
tutti
i grandi
del
rock
hanno
suonato
con
lo stesso
plettro,
che
poi
si scoprirà
essere
un dente
del
demonio!
Surreale
la scoperta
della
leggenda,
narrata
da un’inedito
Ben
Stiller
in versione
fricchettone,
dal
quale
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JBe KG apprendono
che il plettro
del destino
è custodito
al museo della
storia del
Rock’n’roll.
E’ qui
che si recano
i due, nel
tentativo
di impadronirsi
del prezioso
plettro che
cambierà
loro la vita.
Si ride, e
parecchio,
nel corso
del film.
A partire
da un inizio
che più
pirotecnico
non si può,
con un JB
sboccatissimo
bambino-rocker,
sino alla
sfida finale
contro sua
maestà
Satana per
impossessarsi
del plettro,
passando per
la divertentissima
scena del
furto al museo.
Tutto sommato
non ci sono
grossi cali
di interesse
nel corso
della pellicola,
se si eccettua
qualche esagerazione
di troppo
in alcune
situazioni,
quando sembra
che si debba
far ridere
per forza
utilizzando
qualche escamotage
un po’
volgarotto.
Ma sono dettagli,
il ritmo della
pellicola
è tenuto
a galla dalle
prove attoriali
e dalle divertenti
trovate degli
autori. Già
detto di Jack
Black, c’è
da sottolineare
la discreta
prova di Kyle
Gass e l’altro
divertentissimo
cameo, un
Tim Robbins
che in pochi
minuti si
mangia il
film (mi viene
in mente lo
spettacolare
Jesus Quintana
del mitico
“Il
grande Lebowski”).
La musica,
ovviamente,
la fa da padrona
incontrastata,
con alcuni
pezzi storici
del rock e
le sempre
gradevoli
creazioni
dei Tenacious
D, per chi
non lo sapesse,
una band che
riscuote un
notevole successo
negli USA,
arrivata ad
essere supporter
di mostri
sacri come
i Pearl Jam.
Sicuramente
irraggiungibile
“The
Blues Brothers”,
e per certi
aspetti anche
“School
of Rock”
(altra pietra
di paragone
in locandina)
ma Tenacious
D –
Il destino
del Rock è
un piccolo
gioiellino
che aspetta
solo di essere
visto e goduto.
(recensione
di Amedeo
Scalese
)
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recensione del
film "tenacious
d"! |
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