SVALVOLATI ON THE ROAD
 

recensione Svalvolati on the-road

 
Quattro amici al bar della "cooperativa quarantenni semi-irrisolti" che invece della briscola calano l'asso dell'harley davidson e si mettono sulle tracce easy della commedia rider. Il quartetto è composto da John Travolta (gradevole gigione ex ricchissimo sotto torchio per bancarotta ed ex fico della compagnia), Tim Allen (dentista con famigliola medio indifferente con velleità artistiche), William H. Macy (l’informatico imbranato in odore di forrest gump), Martin Lawrence (il good boy con aspirazioni da letterato e moglie coi pantaloni d'acciaio). In un rigurgito di maschia indipendenza e orgoglio, decidono di percorrere un tragitto in motocicletta per ritrovare un po' di leggerezza e divertimento. Incocceranno in un nugolo di esaltati biker capitanati da Ray Liotta (tatuato piagnone da reality, vedere per credere) e che - mal gliene  
 
incolga ai malcapitati corridori della domenica - scatenerà una guerra contro ai “Wild Hogs” (titolo originale di “Svalvolati on the Road”) causa sgarro. Li seguiranno avvoltoi metaforici e non (le gag più riuscite), qualcuno otterà l’amore al sapor di peperoncino chili e a far da sfondo, la vecchia america on the road battuta da poliziotti che non sfigurerebbero nei panni del settimo Village People. Vecchia  
comicità stantia ma non volgare e tipiche situazioni da provinciali in trasferta: lunghe strade da percorrere, cittadine accoglienti e battute digeribili. Non si grida al miracolo ma nemmeno all'obbrobrio. Nostalgico e rassicurante american style.

(recensione di Daniela Losini )


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