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Anno 2057, il Sole
sta morendo ed il
genere umano rischia
l’estinzione.
Una navicella spaziale:
Icarus II, è
l’ultima speranza
per salvare la Terra.
La navicella compie
il suo viaggio spaziale
con un equipaggio
di otto uomini e donne,
al comando del capitano
Keneda (Hiroyuki Sanada).
La missione della
navicella è
trasportare un ordigno
nucleare, farlo esplodere
in un punto preciso
dello spazio, esattamente
nelle vicinanze del
Sole, per ridargli
vita. Il viaggio nello
spazio degli otto
uomini comporta la
perdita del contatto
radio con la terra.
Ad un certo punto
l’equipaggio
riceve un segnale
da Icarus I, navicella
spaziale scomparsa
sette anni prima,
inviata nello spazio
per una analoga missione
e data per dispersa.
L’incidente
è di turno
anche per Icarus II,
e si rivela subito
catastrofico. L’equipaggio
si trova così
ad affrontare |
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una
situazione
impossibile,
lotta
disperatamente
per
scongiurare
il fallimento
della
missione
che,
alla
fine
resta
nelle
sole
mani
di Capa
(Cillian
Murphy)
che,
sacrificandosi,
riesce
a scongiurare
il rischio
di estinzione
del
pianeta
terra.
Danny
Boyle,
regista
inglese
di questo
film
(definito
di scienza
e non
fantascienza!)
è
un nome
nell’ambito
del
cinematografo.
Da ricordare
il successo
che
ha riscosso
con
il suo
secondo
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lungometraggio
“Trainspotting”,
acclamato
da tutta la
critica internazionale.
Ma con “Sunshine”
ha veramente
combinato
un gran pastrocchio.
Non si capisce
assolutamente
il filo del
messaggio.
Gran ballo
di effetti
speciali,
accompagnati
da suoni disarticolati,
invadenti,
disturbanti,
che interrompono,
spezzettandolo,
il filo di
una narrazione
che poggia
su una sceneggiatura
banale e noiosa,
che sa molto,
ma molto di
“deja
vue”.
L’intento
è stato
rappresentare
la luce del
sole, in tutta
la sua potenza,
la sua purezza?
Sinceramente
non si capisce.
Altra ambizione
è far
passare “Sunshine”
per un film
che parla
di scienza
e non di fantascienza,
tanto che
lo stesso
regista ha
interpellato
un fisico
nucleare come
consulente
scientifico.
Beh, vogliamo
sperare che
qualcosa a
questo scienziato
sia sfuggita,
perché
anche un non
esperto nel
campo della
fisica può
facilmente
notare le
contraddizioni:
quella della
sublimazione
(contatto
della materia
con l’enorme
calore solare),
quella dei
corpi immersi
nell’azoto
liquido (probabile
liquido di
raffreddamento
del computer
di bordo)
e la causa
prima di tutti
i problemi:
il calcolo
della traiettoria
fatto a mano!
avendo a disposizione
le necessaria
ed enorme
capacità
di Icarus,
il computer
che governa
l’astronave.
Nulla di tutto
ciò
corrisponde
ad alcun canone
scientifico,
nè
al semplice
buon senso.
Cosa possiamo
concludere?
Un film assolutamente
inutile!!
(recensione
di Rosalinda
Gaudiano
)
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