STEP UP
 

step up recensione

 
E' un dato di fatto: ogni generazione ha il proprio "Dirty Dancing" e va da sè che "Step up" ambisce anch'esso al proprio posto nell'olimpo del filone. Lui è un ragazzotto atletico che vive nei sobborghi, lei un'aspirante ballerina in cerca di una scrittura che le conceda la fuga da una comune carriera universitaria. Ca va sans dire, dopo due minuti dai titoli di testa si verifica la prima rissa del ballerino autodidatta con conseguente vandalata nella scuola stile "Saranno Famosi" (quelli veri, quelli che ci credono eh, altrochè gli sgallettati di "Amici"). La pena giudiziale consisterà nel prestare servizio come inserviente nelle aule devastate. L'incontro tra i due ragazzi avviene: scocca la scintilla danzereccia e poi quella amorosa. Qualche reminiscenza di "Will Hunting, Genio ribelle" (qui si parla di "piquet" e salti mortali non di formule matematiche
 
 
ma il principio/pretesto è similare) e come non pensare a "Flashdance" con la direttora inflessibile ma ammirata dal talento che forse concederà al virgulto l'ammissione al corso. Svolgimento stereotipato come ci si aspetta: ruspante e saggio alla Rocky lui, scattante e tutta guizzi lei (una novella Jennifer Lopez che balla molto ma molto meglio). C'è anche una sottomorale da ghetto: gli amici del giovane  
avranno di che piangere sulle ceneri delle proprie bravate. Perché così si impara dalla vita, man. Frizzante il pezzo centrale durante la festa: si canta e si danza con brio e vien voglia di battere il tempo. Come finisce? Come immaginate.

(recensione di Daniela Losini )

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