STEP UP 2
 

recensione step up 2

 
Secondo alcuni, il senso della vita risiede in una figura di danza. È sufficiente osservare all’opera questi arditi delle piroette per rendersene immediatamente conto. La musica scorre nelle vene e tocca le corde profonde del loro essere. L’estasi è ad un passo. È esattamente ciò che accade ad Andie e Chase, i protagonisti di Step up 2. I due giovani appartengono a classi sociali nettamente differenti, ma la passione per il ballo sarà il minimo comune denominatore che li farà incontrare. La prima è una vera e propria maschiaccia, che da quando ha perso la madre “bazzica la strada” e ne conosce le dure leggi e i feroci regolamenti. Ha rimpiazzato la famiglia biologica con una sorta di tribù metropolitana denominata “410”, composta da ballerini hip hop. Ma questa parvenza di parentela s'infrange-  
 
rà nell’esatto momento in cui Andie sarà accettata in una scuola d’elite di Baltimora: la Maryland School of Arts. Proprio qui è destinata ad incontrare Chase, promettente astro della danza e fratello dell’intransigente direttore dell’accademia. Congiungendo le loro energie e i loro sforzi, creeranno una nuova “crew” con gli outsiders più valenti di tutto l’istituto. Solo dopo aver sputato sangue e sudore durante infinite  
prove, i ballerini potranno cimentarsi nell’impresa più ardua di tutte ovvero partecipare alla competizione “The Streets”. La morale della storia? Eccola: sia Andie che Chase riceveranno una lezione di vita l’uno dall’altro, scoprendo insieme il gusto di ballare con il proprio cuore. Dopo gli ottimi incassi al botteghino di Step up era inevitabile che Hollywood mettesse in cantiere un sequel. Sebbene in questo caso tale definizione è alquanto erronea. Persa ogni traccia dei protagonisti dell’originale (Tyler e Nora), il regista debuttante M. Chu sceglie di raccontare la storia avvalendosi di personaggi nuovi di zecca. Però, a ben guardare si possono riscontrare delle affinità fra le pellicole: Andie, alla stregua Tyler, è una ragazza introversa che proviene dagli stessi sobborghi; mentre Chase è un membro privilegiato dell’upper class, esattamente come Nora. Sullo sfondo, non può mancare l’immagine imponente della Maryland School of Arts, mitico cronotopo spaziale d’entrambe le opere. Vi è molta carne al fuoco in Step up 2, ma non con questo si può affermare che l’alchimia sia completamente riuscita. Iniziamo dai pregi: coreografie spettacolari e balli proibiti mozzafiato, tali da far rimanere di stucco lo spettatore. Su tutti spicca l’incredibile danza finale eseguita sotto un temporale martellante, paragonata da molti alla scena cult di Singin'in the rain. La musica, poi, conferisce una spruzzata di pura adrenalina al prodotto finale e il ritmo volteggia spedito. Ciononostante, le traversie che la nostra eroina dovrà affrontare, il suo inevitabile riscatto finale con tanto di love story sono già immaginabili sin dai titoli di testa e lo stesso dicasi per i supposti colpi di scena. Tuttavia, da non perdere per gli amanti del genere.


(recensione di Maria Cristina Caponi )


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