prove, i ballerini
potranno cimentarsi
nell’impresa
più
ardua di tutte
ovvero partecipare
alla competizione
“The
Streets”.
La morale
della storia?
Eccola: sia
Andie che
Chase riceveranno
una lezione
di vita l’uno
dall’altro,
scoprendo
insieme il
gusto di ballare
con il proprio
cuore. Dopo
gli ottimi
incassi al
botteghino
di Step up
era inevitabile
che Hollywood
mettesse in
cantiere un
sequel. Sebbene
in questo
caso tale
definizione
è alquanto
erronea. Persa
ogni traccia
dei protagonisti
dell’originale
(Tyler e Nora),
il regista
debuttante
M. Chu sceglie
di raccontare
la storia
avvalendosi
di personaggi
nuovi di zecca.
Però,
a ben guardare
si possono
riscontrare
delle affinità
fra le pellicole:
Andie, alla
stregua Tyler,
è una
ragazza introversa
che proviene
dagli stessi
sobborghi;
mentre Chase
è un
membro privilegiato
dell’upper
class, esattamente
come Nora.
Sullo sfondo,
non può
mancare l’immagine
imponente
della Maryland
School of
Arts, mitico
cronotopo
spaziale d’entrambe
le opere.
Vi è
molta carne
al fuoco in
Step up 2,
ma non con
questo si
può
affermare
che l’alchimia
sia completamente
riuscita.
Iniziamo dai
pregi: coreografie
spettacolari
e balli proibiti
mozzafiato,
tali da far
rimanere di
stucco lo
spettatore.
Su tutti spicca
l’incredibile
danza finale
eseguita sotto
un temporale
martellante,
paragonata
da molti alla
scena cult
di Singin'in
the rain.
La musica,
poi, conferisce
una spruzzata
di pura adrenalina
al prodotto
finale e il
ritmo volteggia
spedito. Ciononostante,
le traversie
che la nostra
eroina dovrà
affrontare,
il suo inevitabile
riscatto finale
con tanto
di love story
sono già
immaginabili
sin dai titoli
di testa e
lo stesso
dicasi per
i supposti
colpi di scena.
Tuttavia,
da non perdere
per gli amanti
del genere.
(recensione
di Maria
Cristina
Caponi )