STAY ALIVE
 

stay alive recensione

 
S’eran dette peste e corna su “Doom”, s’eran riposte speranze (accolte solo a metà) su “Silent Hill”. Mamma Hollywood non conosce pregiudizi. Da ogni dove potrebbe arrivare una storia: perché mai archiviarla? Questa volta ci si prende la briga di rimestare nei miti sanguinari per disturbare nientemeno che Elizabeth Bathory, nobildonna realmente esistita che si racconta usasse giovani vergini per prelevarne il sangue, farci il bagno e prolungare così la propria leggendaria bellezza. Evocata da un incipit fesso quanto una filastrocca sul genere dolore/terrore, la Contessa malvagia torna per pizzicare piedini, schiacciare corpicini, impiccare stupidini. Sottoforma di gioco virtuale pirata (“Stay Alive”, appunto) adesca incalliti giocatori geek (per chi non lo sapesse il termina geek indica l’evoluzione tecnologica del caro, vecchio nerd). Dopo aver premuto il  
 
bottone “start” innescano il meccanismo irreversibile. La Morte vestita di crinoline cremisi inzia a compiere il giusto sterminio di sciocchi, col vezzo d’inserirsi e mutare la realtà. Faccette belle che arrivano da serie tv (“The O.C:”, “Law and Order” ad esempio) macellate a dovere stile splatter mentre i livelli a tre dimensioni in pixel si sovrappongono a quelli concreti. Vorrebbe essere il classico horror da pop corn o serata in  
dvd. Vorrebbe essere qualcosa. Vorrebbe. Ma non si merita nemmeno lo status di pacchianata. Ridateci il serafico Michael Myers. Ridateci Jason, Freddy e lo zio Tibia. Occhio, malocchio, joystick e pastrocchio. Da rottamare.

(recensione di Daniela Losini )

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