all'insaputa del padre. Così un padre di famiglia, essendo all'oscuro di alcune verità, può credere che tutto vada bene, che tutto in famiglia funzioni per il verso giusto. Ed è proprio questo che "
Stanno tutti bene" affronta, in un doloroso cammino a ritroso nel tempo, nella memoria di un padre che rimasto solo sente il bisogno di condividere con i suoi figli momenti d'intesa, d'amore e di conforto. Pare che gli americani stiano amando molto riproporre remake di film che abbiano avuto un notevole successo. E questo può essere pericoloso per tanti motivi, il più plausibile è che il remake non brilli di originalità. "
Stanno tutti bene" di Kirk Jones prende moltissimi spunti dal film di Tornatore. La differenza è che Frank compie il suo viaggio in America e non in Italia e che l'interprete cambia volto, non è Mastroianni nei perfetti panni del padre italiano del sud, ma qui abbiamo un De Niro di altrettanto tutto rispetto, nei panni di un padre americano che sente l'impulso incontenibile di rendersi conto se i suoi figli stanno veramente tutti bene. Ma nonostante Jones faccia molto riferimento a Tornatore, riesce nel proporre personaggi ben delineati ed incisivi come è quello di De Niro che interpreta magistralmente il padre americano, pronto a parlare dei suoi figli e scattare foto ricordo. Anche il contesto del film è ben articolato: i luoghi del viaggio rappresentano il volto di un'America così com'è realmente, dal paesaggio immenso e solitario, agli incontri che papà Frank ha con persone casualmente incontrate sull'autobus o per strada. In certi momenti il film rasenta quasi il racconto di un piacevole documentario. Godibile e scorrevole, "
Stanno tutti bene" di Jones sa raccontare con tranquilla delicatezza il rapporto genitoriale e filiale, sempre attuale se vogliamo, riuscendo a raggiungere la sensibilità dello spettatore aprendo punti di riflessione non trascurabili. Bella la
colonna sonora che ci riporta anch'essa in un'atmosfera tipicamente americana degli anni '60.
(recensione di Rosalinda Gaudiano )