SONO VIVA
 
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recensione sono viva

 
Rocco è un trentenne disoccupato e pieno di debiti. Quando una sera, un amico gli offre un lavoro ben remunerato, accetta seppur con qualche riserva, vista la singolarità del compito: dovrà infatti sorvegliare per tutta la notte una villa fuori città dove giace il cadavere di una misteriosa ragazza, fino all'arrivo del padre all'alba. Gli infausti presagi cominceranno ad avverarsi ben presto e quella sarà per Rocco una lunga notte piena di avvenimenti e rivelazioni. Dino e Filippo Gentili, fratelli sceneggiatori già collaboratori di Carlo Lizzani e Roberto Faenza per i quali hanno scritto "Hotel Meina" e "I Vicerè", si cimentano per la prima volta alla regia con questo "Sono viva", pellicola non del tutto compiuta dove i due dimostrano senz'ombra di dubbio di sapere come dirigere un film ma senza riuscire ad infondere  
 
quell'aspetto emozionale in grado di scalfire la naturale indifferenza di chi guarda. Colpa di una vicenda troppo circoscritta e troppa referenziale che oltre i diretti interessati, ovvero gli attori coinvolti nella vicenda medesima, non sembra chiamare in causa alcunché. Questo nonostante l'alone di mistero che pervade un film scandito sui registri del thriller che a sprazzi riesce anche a cogliere le atmosfere surreali del Tornatore   recensione sono viva
di una "Pura formalità". Peccato che l'evolversi della storia non approdi a nulla di surreale, rimanendo fino in fondo relegata entro le 4 mura della grande villa, in cui grandi temi del precariato e dell'immigrazione appaiono solo abbozzati e forse pretestuosi per dare davvero adito a riflessioni o implicazioni che evadano da quel che meramente si vede. Il finale può essere considerato come la sintesi emblematica di un film che vorrebbe volare alto ma ha ali troppo piccole per staccarsi da terra, con quella ripresa in campo lungo che sembrerebbe reclamare un'ampiezza di respiro preclusa e con quel "sono viva" pronunciato in calce che, dati causa e pretesto (tanto per citare il saggio), lascia il cosiddetto tempo che trova. Al di là di "sono viva" fa comunque piacere ogniqualvolta si può constatare che è il cinema italiano ad essere vivo, soprattutto quello indipendente, piccolo, a low budget (distribuisce la Iris Film), nonostante tutte le insormontabili difficoltà, la crisi, i tagli, lo stato in cui versa la cultura gestita da incompetenti e mercenari. Tra gli interpreti, oltre al protagonista Massimo De Santis e a Marcello Mazzarella visto di recente in "Baarìa", anche il sempre bravo Giorgio Colangeli e l'ormai onnipresente Giovanna Mezzogiorno. A tutti costoro un plauso va dato a prescindere.



(di Mirko Nottoli )


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