SOLO UN PADRE
 
locandina solo un padre

recensione solo un padre

 
Precursore del "cinema generazionale" con l'opera prima "Tre metri sopra il cielo", divenuto un vero e proprio cult movie per milioni di giovani spettatori, Luca Lucini (qui al suo quarto lungometraggio) torna con un film di tutt'altro registro tratto dal romanzo "Le avventure semiserie di un ragazzo padre" dell'australiano Nick Earls. Al centro della vicenda il personaggio di Carlo (Luca Argentero), un dermatologo trentenne, che si ritrova a dover affrontare la dolorosa morte della moglie e ad occuparsi da solo della piccola Sofia, venuta alla luce poco prima della scomparsa di sua madre. La routine viene interrotta dall'incontro con Camille (Diane Fleri), una ricercatrice francese trasferitasi a Torino per una svolta professionale (e in parte esistenziale). Inizialmente compagna di footing, la giovane diventa piano piano un punto  
 
di riferimento per Carlo e uno stimolo a rimettere in gioco la propria esistenza, oltre che un incentivo allo svelare alcune verità precedentemente nascoste dietro ad una maschera costruita ad arte. Coś, alternando commedia e dramma, Lucini affronta coraggiosamente un tema delicato commettendo però una serie di leggerezze piuttosto evidenti. Innanzitutto l'alternanza   recensione solo un padre
continua di picchi emozionali (momenti comici inframmezzati da sequenze tragiche e mielose) crea un tale disorientamento nello spettatore dal distoglierlo in parte dal vero nucleo della storia. Spesso si ha l'impressione di trovarsi di fronte ad un film ben fatto ma volutamente sovrabbondante. Il continuo ricorso ai monologhi fuori campo rimanda poi sicuramente alla derivazione letteraria del prodotto ma allo stesso tempo è una studiata scelta del regista atta alla ricerca della facile commozione del pubblico. Parimenti ponderata è l'onnipresenza della colonna sonora, a tratti sin troppo invasiva e addirittura ridondante ("Everybody hurts" dei R.E.M. viene proposta per ben due volte). E, queste superficialità, inevitabilmente oscurano gli aspetti positivi della pellicola. "Solo un padre" non è infatti un film completamente da dimenticare. Vanno segnalate a tal proposito le ottime interpretazioni di Luca Argentero e del cast di contorno e una serie di soluzioni registiche piuttosto efficaci. Purtroppo però questi elementi non bastano a salvare un'opera che, in virtù della sua artificiosità, si assesta sui binari della mediocrità.



(di Sergio Grega)


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