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Soffoca per finta il protagonista (Sam Rockwell non ci si stancherà mai di ribadire quale grande attore sia e che si tifa per lui) per racimolare abbracci, soldi e ottenere l'attenzione del prossimo. Lavora in un parco storico a tema, interpretando un personaggio dell'America di fine 1800. Tratto dall'omonimo romanzo di Chuck Palahniuk, qui trasposto per immagini ad opera di Clark Gregg, attor prestato all'esordio come regista e che si ritaglia la parte del Lord iper-precisino Riconoscibile (prevedibile?) l'universo dello scrittore: solo un'ossessione può sostituirne un'altra. Il registro del grottesco sfronda qualunque dramma e tragedia dall'aspetto più pauroso e inquietante. Un ragazzino che forse è il figlio di dio o forse solo un'inconsapevole vittima di una donna egocentrica e folle (Anjelica Huston |
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quale divina e maestosa visione col carré pepe e sale o la zazzera corvina!) madre snaturata e oppressiva perennemente in fuga ma costretta da una precoce demenza senile a imprigionarsi in un ospedale. Il ragazzino cresce e viene iniziato al godimento
che diventa mania: meglio un orgasmo ottenebrante che altre droghe dagli effetti, forse, più deleteri. Finisce in un gruppo di auto-aiuto ma è fermo al terzo passo, mentre |
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l'amico segaiolo (letteralmente) quando incontra una pulzella che lo fa capitolare all'amore, riesce a trovare un po' di pace.
Al protagonista tocca l'incontro con una dottoressa gentile e deliziosa, che gli costa lo scherzo dell'impotenza (impossibile!). Suggestioni e rimandi a "Fight Club": triangolazioni amorose e amicali, iperattività immaginifica e valanghe di subconscio seppellito da rimozioni e angoscia. Scevro di un qualsivoglia registro conturbante, al netto delle occasionali risate e della bizzarria politicamente corretta, rimane una leggera brezza in celluloide, didascalica e volatile.
(di Daniela Losini)
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