SLITHER
 

slither recensione

 
Sicuramente il 2006 passerà alla storia come un anno particolarmente ricco di orrore vista l’abbondanza di film in uscita riguardanti il soprannaturale, i serial killer particolarmente sadici, i fantasmi di tutte le risme, i mostri più o meno orrendi… Ultimo arrivato questo lavoro, nettamente superiore alla media. James Gunn, famoso più come sceneggiatore e autore di romanzi di fantascienza, con “Slither” torna dietro la macchina da presa dopo nove anni. Il film è stato accolto benevolmente dalla critica americana, deludenti invece sono stati i risultati al box-office (il 35enne regista ha così spiegato il perché del flop al botteghino: "Penso che Slither sia un mix di diversi generi di film prima di tutto, e questo fatto è piuttosto difficile da comprendere per il pubblico americano. Credo si tratti di quel genere di titoli che la gente che si trova in sala  
 
ama, ma è difficile che questi film riescano a far accorrere un gran numero di persone nei cinema. Rimangono confusi su quale tipo di film si tratti. Il perché sia così non lo so. Perché la gente possa essere così superficiale non lo so. Penso solo che esista una gran numero di queste persone"). Ciò che la stampa specializzata ha maggiormente, e con ragione, apprezzato è il dichiarato omaggio a grandi regi-  
sti del genere (David Cronenberg, John Carpenter, Sam Raimi, George A. Romero, Peter Jackson…) e a film (dagli anni 50 agli anni 80) ormai diventati dei veri e propri cult (L'Invasione degli Ultracorpi, La Notte dei Morti Viventi, Il Demone Sotto La Pelle, Blob: Il Fluido che Uccide, Society, Rosemary's Baby, Shivers, La Cosa…): giustamente un critico ha detto che questo è un “lavoro di archeologia e amore”. “Slither” non un semplice “slasher film”, un sotto-genere cinematografico basato su grossolani effetti speciali (i tanto vituperati “effettacci”). Caratteristiche essenziali sono invece la buona prova degli attori, il ritmo sostenuto, i dialoghi non banali (come solitamente il genere horror ci ha abituato), l’andamento che oscilla armonicamente fra l’orrore e l’umorismo grottesco. Non dispiacciono anche i trucchi vecchio stile (la computer graphic si affianca spesso e volentieri agli artigianali make-up e ai classici silicone-lattice). Ricco di battute ironiche e di schizzi di sangue, coinvolgente e divertente, il film si distingue da prodotti analoghi per il crescendo di orrore e ironia, per l’ottima tensione, per la perfetta commistione di horror fantascienza e commedia.

(di Leo Pellegrini )

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