SICKO
 

recensione sicko

 
Il fustigatore d’oltreoceano, detestato o seguito come un guru - correnti alle quali sarebbe doveroso opporre sano distacco critico - che sappia comunicare con le parole, le immagini documentali, le storie delle persone è indubbio. In “Sicko” imbastisce un patchwork di vicende vissute con l’obiettivo di portare all’attenzione il fallimento sostanziale (di fatto le Assicurazioni Sanitarie sono diventate potentissime e dispongono di una liquidità incredibile) del sistema sanitario privatizzato che da decenni è instaurato negli Stati Uniti. Fallimentare per il cittadino costretto a svicolare e a mantenersi (se ce la fa) vivo tra richieste burocratiche, cavilli, dinieghi, assurdità. E si tratta di casi di persone con l’assicurazione. Uno per tutti (e a proposito, troppo facile Mr Moore andare a rovistare tra i casi limite) una giovane di 22 anni viene colpita da  
 
un tumore e si vede negata la richiesta di pagamento degli esami e delle terapie perché “è impossibile avere il cancro a 22 anni”. Ora non disamineremo la questione etica rispondendo con l’antiretorica dell’indignato di professione ma che senso ha portare alcuni (non è una forma di manipolazione anche questa e quindi simile?) ex volontari post 11 settembre mal assistiti dai fondi governativi, a Cuba per mostrare la sollecita  
cura ospedaliera che riceveranno? Moore non è interessato al contradditorio. Vuole parlare alla gente e utilizza tutti i mezzi a sua disposizione: il grottesco, l’ironia, lo spernacchiamento. Non limita il proprio viaggio nella sanità americana ma esplora il sistema inglese e francese di tipo assistenziale (come il nostro in pratica) dipigendoli come funzionanti. Il risultato è naif: omette di esporre vicende di malasanità che è chiaro si verificano dappertutto. Certo quella statunitense, estremizzando, è organizzata e legalizzata. Un dato oggettivo permane ed è planetario: si muore di disattenzione medica ovunque. E per il “documoore”: basta individuare la linea di demarcazione tra sacra necessità di indignazione, denuncia e sofisticazione e adoperare cautela per le sofferenze umane e onestà nel riportarle.


(recensione di Daniela Losini )

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