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recensione shutter island
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Siamo nel pieno della guerra fredda; nell'aria si respira il complotto, nella mente fanno eco i traumi lasciati dal secondo conflitto mondiale. Un'ospedale psichiatrico isolato e inospitale, circondato dalle fredde e invalicabili acque che circondano un'isola, appare il luogo meno adatto per una fuga; il dilemma della scomparsa di una detenuta psicolabile e pericolosa dovrà essere risolto dal capo della polizia locale che, accompagnato da un collega mai incontrato prima, si calerà in questo mondo off limits attreversando i drammi irrisolti e i tristi ricordi vivi nella sua mente. La storia è un viaggio verso l'insondabile mistero della psiche umana e riporta alla luce un periodo storico oscuro e inquietante, in cui sospetti esperimenti psichiatrici (tra cui le lobotomie prefrontali) o le tecnica per il lavaggio del cervello furono praticati |
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secondo la folle logica della guerra fredda. L'ambientazione tetra e spettrale in cui è immersa l'ultima opera di Scorsese nasce dal romanzo omonimo di Dennis Lehane (già ispiratore di Mystic River) e trova compimento nell'ennesimo rigoroso lavoro del regista italo-americano. Thriller gotico condito da elementi pulp, Shutter Island ha in eredità le atmosfere e la sinistra drammaticità dei classici dell'espressio- |
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nismo tedesco, basandosi su una sceneggiatura dalle apparenze noir, ma dai surreali cambi di prospettiva e colpi di scena. La perfezione formale e stilistica, l'attenzione per le inquadrature e l'ottima resa degli attori, in primis il solito Leonardo Di Caprio, si fondono con degli espedienti registici funzionali alla sceneggiatura, ma non certo innovativi e sorprendenti: il ricorso a continui flashback per alternare allucinazioni, fantasie o percezioni reali, finalizzato a rappresentare la nevrosi e i ricordi ossessivi di un veterano di guerra, tende ad allungare la distanza tra la storia e lo spettatore, ridimensionando quell'immedesimazione che il lavoro profondo sui personaggi e la trama stessa creano di pari passo. In definitiva non certo il miglior lavoro di Scorsese degli ultimi anni, ma un film nel complesso ben relizzato, godibilissimo e in grado di incuriosire fino alla fine.
(di Lucio De Candia )
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